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Giornata mondiale del cane

Amano incondizionatamente i loro padroni, vedono in bianco e nero, se scodinzolano sono felici e sbadigliano solo quando hanno sonno: sfatiamo dieci falsi miti sui cani

Tra le giornate mondiali non poteva mancare quella che celebra il cane, che ricade ogni 26 agosto. Nata nel 2004 oltreoceano, negli Stati Uniti, la giornata omaggia Fido da quasi vent’anni.

La data scelta cela una dolce spiegazione: è un omaggio al giorno in cui la fondatrice della ricorrenza, Paige Colleen, ha adottato il suo primo cane di famiglia, avvenuta quando lei aveva dieci anni.

L’intento è quello di celebrare tutti i cani, con pedigree o senza, che ormai da millenni vivono a strettissimo contatto con noi esseri umani, aiutandoci nelle più disparate mansioni; basti pensare ai cani da pastore, da caccia, da assistenza, da tartufo, da guardia e all’unità cinofila, impegnata in operazioni di sicurezza, difesa e soccorso acquatico, alpino e in caso di catastrofi.  

Il 26 agosto è anche un momento di sensibilizzazione sull’importanza dell’adozione in merito ai tristi e ricorrenti scenari di abbandono e randagismo, ancora più frequenti, com’è noto, durante la stagione estiva. Quest’anno l’Enpa ha addirittura lanciato l’allarme: il 2023 è da record nero. Più di 71 mila animali abbandonati (in strada o in strutture), con un calo di adozioni (-10%) e una massiccia preferenza di cuccioli rispetto a cani adulti (75%). Problemi economici, gestionali e difficoltà nell’educazione dell’animale sono le tre principali cause di abbandono/cessione di proprietà. Sull’ultima motivazione è interessante riflettere. Tra frasi fatte e storie romanzate che descrivono il cane come animale fedelissimo, si può pensare che adottarne uno equivalga al possedere un dispenser di “bacini” e di dimostrazioni d’affetto insensate.

Il cane quotidianamente si sforza di comprendere il linguaggio umano e le azioni scellerate dei compagni bipedi, ma fatica a essere compreso, venendo dai più umanizzato in ogni sua azione. Quando si sceglie di adottare un cane, bisognerebbe accompagnare questa decisione a un basilare studio del comportamento canino e nel caso di cani di razza, quantomeno alla conoscenza della stessa, per soddisfarne i bisogni ed evitare sorprese.

Se questo non avviene l’adozione si limita a un atto egoistico o estetico.

Dunque, questo 26 agosto sfatiamo 10 errate e comuni dicerie sui cani:

  • Fanno i dispetti

Forse quella del “cane vendicativo” è la credenza più popolare. Se in vostra assenza il cane divora scarpe, strappa tende e fa pipì sul tappeto non è per vendetta. Il dispetto è un comportamento umano ed è fondamentale capire che la loro struttura mentale funziona in modo estremamente diverso dalla nostra. Le idee di premeditazione e di vendetta non appartengono a questo animale. Nella maggior parte dei casi il comportamento del cane palesa un profondo malessere e senso di irrequietezza causato da ansia da separazione, un disagio psicologico che porta l’animale a sfogare la frustrazione proprio con azioni distruttive. Sgridarlo o punirlo è del tutto inutile, se non addirittura controproducente.

  • Se scodinzolano sono amichevoli

Gli studi sul linguaggio canino hanno evidenziato il ruolo centrale della coda nella comunicazione. Il cane, ad esempio, scodinzola quando è preoccupato, allertato, eccitato, ansioso o felice. Qualsiasi proprietario dovrebbe riconoscere immediatamente i vari scodinzolii del cane, che variando per direzione, ampiezza e velocità, esprimono significati estremamente diversi. È essenziale che il linguaggio della coda sia ben interpretato per poter evitare situazioni pericolose per animali e persone.  Se il movimento avviene verso destra – frequente quando il cane accoglie il padrone tornato a casa – è più probabile che indichi uno stato d’animo positivo, di sicurezza e felicità.
Se al contrario, la coda traccia una traiettoria con tendenza a sinistra è possibile che il cane sia allertato nei confronti di chi ha di fronte, manifestando una certa diffidenza.
Quando la coda è portata bassa durante lo scodinzolio indica invece ansia, paura o nervosismo.

  • Correggono i loro comportamenti crescendo

Quante volte capita di incontrare cuccioli così eccitati da farsela sotto? O con l’abitudine di mordicchiare le mani per gioco? Ahimè, capita anche molto spesso di incontrare cani adulti con gli stessi comportamenti; questi, sebbene tipici dei cuccioli, vanno assolutamente corretti sin dalla tenera età. Il rischio è che crescendo vengano ripetuti e considerati normali, creando confusione al momento della repentina correzione.

  • Quelli adulti non apprendono più nulla

Forse questa credenza alimenta anche la preferenza del cucciolo rispetto all’adulto nel momento dell’adozione. In molti credono che sia possibile addestrare correttamente il cane, o anche insegnargli nuovi tricks, soltanto nei loro primi mesi. Certo, i cuccioli sono predisposti all’apprendimento e riescono a farlo in modo più flessibile e più veloce, ma l’addestramento è possibile ad ogni età con risultati più che soddisfacenti. Bisogna solo armarsi di pazienza e… di tanti premietti.

  • Vedono solo in bianco e nero

Gli studi dimostrano che i cani non vedono un mondo unicamente grigio. Il mondo scientifico ha accertato che i nostri amici quadrupedi hanno una visione dicromatica (percepiscono due colori) con contorni sfocati. Non vi è ancora certezza sugli effettivi colori percepiti, ma si ipotizza che non vi sia una distinzione tra le tonalità che vanno dal verde, rosso, arancione e giallo; i colori visibili invece sembrano essere il blu e il giallo, riuscendo inoltre a distinguere tra varie sfumature di grigio.

  • La monta è solo un comportamento sessuale

“È ora che faccia accoppiare il mio cane, poverino, monta in continuazione la mia gamba e i peluche in casa!”. Ovviamente anche questo è un falso mito o, meglio, un errore nell’interpretazione del comportamento canino. Il gesto della monta può essere fatto sia da un cane maschio adulto, sia da un cane femmina e sia da un cucciolo. Al di fuori dell’atto sessuale in sé, la monta può essere legata al gioco, a una situazione di stress o a un bisogno del cane di “mettere le cose in chiaro” in termini di posizioni gerarchiche. La monta da dominanza può rappresentare un bel problema, perché potrebbe evidenziare un comportamento deviato del cane e potenzialmente pericoloso.

  • Il cane ama il padrone incondizionatamente

Assolutamente falso. Non tutti i cani sono “Hachiko – il tuo migliore amico” e la maggior parte dei proprietari lo sa. Il cane potrebbe avere una considerazione positiva del padrone anche solo in termini opportunistici. Potrebbe anche amarti tantissimo, certo, ma non è un pattern così unidirezionale e così scontato. Come detto prima, acquistare un cane non equivale all’aver un dispenser di bacini e coccole.

  • Un anno canino corrisponde a 7 umani

Questa formuletta, tra l’altro sbagliata, suggerisce ancora una volta un bisogno di umanizzare l’animale. La vita del cane ha le sue caratteristiche fasi e la sua durata. Durante i primi mesi, ad esempio, il cucciolo cresce molto in fretta, dopodiché i cambiamenti dettati dal tempo rallentano il loro corso. Si capisce da sé che contare 7 anni umani per ogni anno canino è totalmente inutile.

  • Quando sbadigliano hanno sonno

Lo sbadiglio è una forma comunicativa e nel caso del cane esprime molte emozioni da contestualizzare in base al momento. Una prima essenziale distinzione vi è tra lo sbadiglio da stanchezza, comune al mattino e di sera e lo sbadiglio definito “da stress”. Sostanzialmente, lo sbadiglio subentra per rilasciare tensione, comunica turbamento. Potrebbero essere anche i nostri comportamenti a stressare l’animale, come un abbraccio non desiderato, un rimprovero troppo aggressivo, richieste insistenti o situazioni paurose. Nel caso in cui lo sbadiglio da stress fosse molto frequente nella vita del nostro cane, rappresenterebbe un campanello d’allarme sulla salute mentale del cane, che potrebbe celare una profonda insoddisfazione. Una seconda distinzione si ha con lo sbadiglio di gioia, che funge sempre come metodo per rilasciare energia extra, ma in questo caso con significato positivo.

  • Di inverno è utile e premuroso comprare loro vestiti

Generalmente i cani presentano il sottopelo, anche detto pelo secondario, un fitto strato di peli corti, sottili e morbidi che cresce negli stessi follicoli dei peli superficiali. Esso si comporta come un isolante termico: protegge dalle temperature esterne estreme, calde o fredde che siano. Dunque, ad avere necessità di cappottini e maglioncini sono quelli di piccola taglia e privi di sottopelo (es. chihuahua). Sarebbe opportuno tenere al caldo anche cani anziani o sottopeso, soprattutto nel caso vivano all’aperto in un ambiente particolarmente freddo. Discorso a parte per gli impermeabili in caso di pioggia: risultano molto utili in inverno per evitare che il cane giri con il pelo zuppo per troppo tempo, soprattutto quando l’asciugatura è difficoltosa. L’antipioggia gioca il suo ruolo anche nell’evitare che il cane inondi il pavimento e/o imbratti la tappezzeria di fango una volta rientrato dalla passeggiata. L’utilizzo dell’abbigliamento, se non collegato a quello detto finora, rappresenterebbe solo un ridicolo e imbarazzante strumento di banale vanità umana.

Dopo questo breve excursus sui principali falsi miti del mondo canino, la speranza è di aver acceso maggiore curiosità nel lettore e che, spinto da essa, possa giungere a un apprezzamento dell’animale in quanto tale, di cui difenderne l’istinto e il particolare equilibrio psicologico.

Social addict e fotoreporter di BarlettaWeb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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