Il 1° gennaio è la Giornata Mondiale della Pace, che giunge quest’anno alla 57ª edizione. Istituita da papa Paolo VI, è entrata in vigore a partire dal 1968, con l’intento di coinvolgere tutta la comunità cattolica e non in un momento di preghiera e riflessione collettiva, dedicato ogni anno ad un tema diverso.
L’omelia in onore della prima Giornata Mondiale della Pace fu un vero manifesto d’intenti che arrivò proprio mentre il mondo si preparava ad assistere alla sanguinosa Guerra del Vietnam, che sarebbe scoppiata ufficialmente di lì a una settimana.
«Giunga ora il Nostro saluto fraterno e paterno ed il Nostro augurio di pace, con quanto la pace deve recare con sé: l’ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace.»
Parlava così Paolo VI nel 1968 e oggi, oltre mezzo secolo e innumerevoli conflitti dopo, il 2024 si accinge a celebrare la giornata dedicata alla pace con una guerra nel cuore del continente europeo e una non troppo lontano. Entrambe ben distanti da una risoluzione, anzi, estremamente aggressive. In Ucraina, sono tornati a piovere massicci bombardamenti anche sui civili negli ultimi giorni, mentre in una Gaza ormai rasa praticamente al suolo da missili che cadono ininterrottamente da quasi tre mesi, ora si combatte anche in strada e in Israele si aspetta ancora il ritorno di decine di ostaggi.
Il tema del 2024 è “L’intelligenza artificiale e la pace”, argomento attualissimo e molto controverso, se si pensa anche solo semplicemente alle fake news che sono circolate proprio su questi due conflitti recenti. Fotografie false o parzialmente ritoccate, e notizie generate o manipolate dall’AI, tutti elementi che hanno accentuato il confronto sull’opportunità e i risvolti etici di queste tecnologie.
Nel suo messaggio annuale però, il pontefice va ben oltre la stretta attualità, affrontando il tema da molteplici punti di vista: etici certo, ma anche educativi e politici; senza dimenticare anche il potenziale positivo di questo traguardo tecnologico e il suo possibile utilizzo anche al servizio della diplomazia internazionale. Gli spunti di riflessione sono tanti ma partono tutti da un assioma fondamentale: non perdere mai di vista i valori umani, che devono restare un faro nel labirinto del progresso e dell’automazione digitale.
Difficile parlare seriamente di pace mentre le immagini di guerra, vere stavolta, riempiono social e televisione, ma un anno nuovo che inizia porta sempre con sé la speranza del cambiamento, che in questo caso passa, oggi più che mai, anche dall’auspicio di una pace stabile, ragionata e voluta, sfruttando tutte le tecnologie esistenti, se utili alla causa.
A partire dal oggi, in occasione del “Mese della Pace e della Vita”, l’Azione Cattolica Diocesana propone una serie di incontri nella BAT, qui il programma completo.