Oggi 31 maggio, viene celebrata la Giornata mondiale senza tabacco. Questa ricorrenza ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni causati dal fumo evidenziando la sua nocività e incoraggiando stili di vita più sani.
Il consumo di prodotti del tabacco è tuttora la principale causa di mortalità o di malattie evitabili in tutto il mondo. I morti a causa di fumo in Italia superano 93.000 l’anno, provocando più decessi di alcol, droghe e incidenti stradali messi insieme, poiché le sigarette contengono sostanze chimiche, di cui molte nocive, di cui la metà si forma con la combustione; tra queste 4 gruppi in particolare sono i più dannosi per la salute: nicotina, monossido di carbonio, irritanti e ossidanti che sono cancerogeni. Una volta accesa, la sigaretta produce oltre 70 cancerogeni, tra cui le nitrosammine tabacco-specifiche, gli idrocarburi policiclici aromatici, polonio-210, arsenico, benzene, berillio, cadmio, cromo, ossido di etilene, nichel, cloruro di vinile. Le polveri sono molto fini e raggiungono facilmente bronchioli e alveoli polmonari.
Il problema legato alle sigarette, però, non è solo relativo alla salute dei fumatori, ma riguarda anche l’ambiente: in Italia ogni anno vengono gettati dai 60 ai 70 miliardi di mozziconi e rappresentano il 40% dei rifiuti raccolti nel mare Mediterraneo restando in circolo nella natura per decenni. Le cicche contengono nicotina, polonio-210 e altre sostanze tossiche che danneggiano il pianeta.
La Giornata mondiale senza tabacco offre un’opportunità per informare le persone sui rischi per la salute legati al fumo e per incoraggiare i fumatori a smettere e adottare stili di vita più sani. La cessazione del fumo può portare a miglioramenti significativi nella salute a lungo termine, riducendo il rischio di sviluppare malattie gravi. In questa giornata più che in altre vengono proposti eventi educativi e campagne pubblicitarie mirate a sottolineare l’importanza di una vita senza tabacco.
Sono molte le strategie adottate per cercare di combattere il tabagismo come l’aumento delle tasse sulle sigarette, le indicazioni sulla salute inserite sui pacchetti delle sigarette e il divieto di fumare in luoghi pubblici. Queste misure sono state adottate anche per combattere gli effetti negativi del cosiddetto “fumo passivo”; anche chi non fuma direttamente, ma è esposto al fumo altrui, infatti, è a forte rischio di tumore polmonare e di ammalarsi di malattie cardiache. In casi in cui siano presenti asma, polmoniti e bronchiti, inoltre, queste possono riacutizzarsi, soprattutto in soggetti più fragili come anziani e bambini.
Con l’entrata in vigore della legge n. 3/2003, che all’articolo n.51 disciplinava la “Tutela della salute dei non fumatori”, anche nota come “legge Sirchia che vietava il fumo nei locali pubblici al chiuso e nei luoghi di lavoro c’è stata in Italia, negli anni successivi, la riduzione di circa 3.000 ricoveri l’anno per infarto.
Limitare o eliminare completamente il fumo richiede un impegno collettivo da parte di tutti gli individui, comunità e organizzazioni, perché al pari di altre, quella del fumo è una vera e propria dipendenza.
Smettere di fumare è un passo importante verso una vita più sana e più duratura: per il bene di chi ci circonda, del pianeta, ma soprattutto per sé stessi.