Capita così, lentamente, di iniziare a guardarsi con un’insistenza indagatrice in cerca di qualcosa di sbagliato. Una ricerca morbosa, che può nascere da un brufolo in più, da una battuta infelice ricevuta con leggerezza, dalla visione incessante di corpi così troppo diversi dai nostri, ma anche da un’improvvisa sensazione di mancanza.
Succede che quest’indagine pruriginosa si accompagni talvolta a una fame insaziabile o, al contrario, con l’annullamento di qualsiasi desiderio di cibo, che pian piano diventa perdita totale di interesse verso qualsiasi forma di nutrimento che inesorabilmente si trasforma in un’arma di distruzione di massa, corporea.
Il 15 marzo è la Giornata del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, ed è l’occasione per puntare un grosso faro su uno dei mali dei tempi moderni. Li chiamano disturbi dell’alimentazione, DCA in breve, ma è ormai noto a tutti che l’alimentazione (o l’astenersi da essa), nella maggior parte dei casi, sia solo uno strumento nelle mani di un malessere più grande e profondo, nascosto tra porzioni infinitesimali o abbuffate terrificanti, in cui riesce a camuffarsi così abilmente e al tempo stesso, però, rendersi mastodontico.
I DCA sono capaci di avvolgere chi ne soffre in una bolla di menzogne talmente ben congegnate da riuscire a ingannare, almeno per un po’, chiunque graviti intorno. Quando la bolla scoppia, però, e il re appare nudo, spesso il DCA si è già profondamente appropriato di corpo e mente, diventando difficile da estirpare. Difficile ma non impossibile.
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla nasce proprio con lo scopo di sensibilizzare quante più persone possibile, perché quello che fa la differenza tra una persona che guarisce e una che non ce la fa spesso è il tempo. Cogliere i segnali per tempo è fondamentale, perché il percorso di guarigione è complesso e doloroso e profondamente frustrante, e il tempo è la risorsa principale di cui si ha bisogno per far scoppiare quella bolla e guardare in faccia la realtà: che quella porzione di pasta non ha alcun potere su una vita se non quello di fornirci le energie necessarie per affrontarla giorno dopo giorno. Che quella mela in più o in meno non può farci ammettere al conservatorio, farci amare da qualcuno che non prova lo stesso, concederci l’approvazione di un genitore che percepiamo insoddisfatto.
Dietro porzioni centellinate, pasti svelti e silenziosi, improvvisi impegni all’ora di cena, si cela un buco nero di dolore che chi soffre di DCA ha la presunzione di controllare con una bilancia pesa grammi e una disciplina militare. Un controllo che poi diventa ossessione e che comporta un lento e inesorabile disintegrarsi di quella macchina perfetta che è il corpo umano.
La data del 15 marzo non è casuale, è una data tristemente cara al presidente dell’associazione MiNutroDiVita (da cui è nata la Fondazione Fiocchetto Lilla), Stefano Tavilla, ed è la data in cui ha perso sua figlia.
“Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza. Lei non ce l’ha fatta, ma non ci devono essere altri figli che muoiono quando potevano essere salvati.” Stefano Tavilla
Il rischio che capiti ad altri però, è sempre più alto. In Italia, i disturbi del comportamento alimentare sono in costante aumento, come evidenziato dai dati del Ministero della Salute (Survey 2019-2023). I casi sono passati da 680.569 nel 2019 a 1.450.567 nel 2022, con un trend preoccupante.
Un aspetto allarmante è l’abbassamento dell’età di insorgenza: sempre più bambini tra i 10 e i 14 anni ne sono colpiti. Gli esperti evidenziano, inoltre, un forte incremento tra i maschi, che ora si rivolgono più frequentemente ai servizi di supporto.
Questi dati pongono l’urgenza di maggiori interventi di prevenzione e sensibilizzazione sia sul fronte locale che istituzionale, per affrontare e contrastare un fenomeno tanto preoccupante quanto sottovalutato, capace di insinuarsi sempre più rapidamente tra i giovanissimi, che in questo modo, ancora una volta, ci chiedono a gran voce – a modo loro – di essere ascoltati, accolti e coccolati.
Per le emergenze o per informazioni, dubbi e consigli è possibile chiamare il servizio “SOS Disturbi Alimentari”, un numero verde nazionale, lo 800180969, anonimo e gratuito, a disposizione di tutti.