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Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare

Noi tutti possiamo fare la differenza per combattere questo problema, basterebbe che ognuno adotti un consumo consapevole, si approcci in maniera creative al cibo, faccia scelte consapevoli nell’acquisto prediligendo prodotti a km0, prodotti di stagione e controllando le scadenze

Lo spreco alimentare risulta essere uno dei problemi principali della nostra realtà. Per far fronte a questa emergenza l’ONU ha inserito tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030  nell’obiettivo specifico 12.3 quello di “dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”.

Ogni italiano getta circa 27 chili di cibo all’anno, dato che si accentua al sud e nelle famiglie senza figli. Sempre in Italia, però, oltre 2,6 milioni di persone faticano a consumare cibo regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi. Questo problema risulta essere un vero paradosso perché se si riducessero le perdite o gli sprechi alimentari, si potrebbe garantire più cibo per tutti e allo stesso tempo si ridurrebbero le emissioni di gas, oltre lo spreco di acqua. Insomma, risolvendo la problematica alimentare si otterrebbe un impatto positivo anche su altre questioni correlate agli scarti nella produzione in filiera.

L’Italia a tal proposito ha istituito una legge contro lo spreco alimentare (del 19 agosto 2016 n.166) volta a contrastare sia il consumo insostenibile, ma anche l’inquinamento ambientale. Con questa legge i ristoranti, supermercati e produttori agricoli hanno il via libera a donare il cibo in eccedenza agli enti e le associazioni preposte.

Da diversi anni si sta cercando di trovare situazioni adeguate che possano aiutare a ridurre lo scarto alimentare, tra le varie iniziative, nel 2015 nasce “Too Good To Go” un’app che si pone l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare. Nasce a Copenaghen e poi si afferma in altri 14 paesi. L’applicazione è pensata soprattutto per ristoranti, panettieri, supermercati, hotel e mense. TGTG ermetterebbe agli esercenti di guadagnare sul cibo che altrimenti sarebbe stato cestinato, raggiungendo allo stesso tempo una nuova clientela; ai consumatori di avere accesso ad alimenti ad un prezzo ragionevole evitando lo spreco alimentare. Con questa applicazione, sia le agroindustrie che i consumatori riescono a trarre vantaggio e quindi vengono incentivati a sostenere l’iniziativa.

Ognuno di noi può adottare degli accorgimenti per fare la propria parte come ad esempio: prima di fare la spesa è importante avere una lista ben precisa di ciò che serve realmente; prestare attenzione alle porzioni in modo da non eccedere; riciclare gli avanzi dei pasti in maniera creativa; utilizzare il freezer quando sappiamo che non riusciremo a consumare tutto il cibo che abbiamo nell’immediato; al ristorante chiedere di portare a casa gli avanzi; prima di buttare un prodotto scaduto possiamo controllarlo perché le scadenze non sono mai precise. Su internet è possibile trovare varie tabelle che ci dicono i tempi reali di scadenza degli alimenti.

A livello globale la situazione non cambia, si stima che nel 2023 lo spreco alimentare sia stato di 1,3 miliardi di tonnellate ad un valore di quasi mille miliardi di dollari. Questo dato corrisponderebbe ad 1/3 del cibo mondiale che viene cestinato. I consumatori tendono a gettare via alimenti ancora perfettamente commestibili, una situazione fortemente presente soprattutto nelle città industrializzate. Ogni Paese valuta in maniera diversa l’indice di consumo ma comunque è possibile riuscire a confrontarli:

– Negli Stati Uniti, nel 2021, è stato stimato che le famiglie statunitensi sprecano circa il 48% delle eccedenze alimentari;

– In UE, si stima che oltre il 50% dei rifiuti alimentari commestibili e non vengono prodotti dalle famiglie;

– Nel Regno Unito, le famiglie britanniche sprecano 4,5 milioni di tonnellate di cibo all’anno che sarebbe potuto essere consumato;

– in Australia vengono sprecate circa 7,3 milioni di tonnellate di cibo.

Nonostante i dati siano ancora molto alti, sembrerebbe che sia l’UE che il Regno Unito riusciranno a raggiungere prontamente entro il 2030 l’obiettivo 12.3, a questo traguardo si aggiunge anche la Cina, che nel 2021, ha introdotto una legge volta a multare la preparazione e il consumo di cibo eccessivo.

Alla luce di tutti questi dati è facile capire che il cambiamento deve partire dalle nostre case. Noi tutti possiamo fare la differenza per combattere questo problema, basterebbe che ognuno adotti un consumo consapevole, si approcci in maniera creative al cibo, faccia scelte consapevoli nell’acquisto prediligendo prodotti a km0, prodotti di stagione e controllando le scadenze. Se avessimo un approccio più “green” il nostro pianeta ci ringrazierebbe, ma anche le nostre tasche.

Rossana Cristallo

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