In occasione della nascita di un figlio, tutti pensano ai diritti delle donne in tema di congedo, e quello degli uomini?
Il congedo di paternità dà la possibilità di astensione dal lavoro per 10 giorni lavorativi, comprese adozioni e affidamenti di minore. In caso di parto gemellare, come raddoppiano i figli, raddoppiano anche i giorni, perché diventano 20.
Chi diventa papà e fruisce di tale congedo verrà retribuito regolarmente e sarà a carico dell’INPS, ma verrà anticipato in prima battuta in busta paga dal datore di lavoro, per poi essere recuperato tramite il conguaglio con i contributi da versare, periodicamente, ogni mese all’INPS.
L’agevolazione in questione però, deve essere richiesta entro e non oltre il 5° mese di vita del bambino.
Il congedo di paternità è stato esteso, addirittura, anche nel caso di morte perinatale del figlio, ovvero nel periodo compreso tra l’inizio della 28° settimana di gravidanza ed i primi dieci giorni di vita del neonato.
Il congedo paternità può essere obbligatorio o facoltativo.
- Congedo obbligatorio: possono essere goduti 10 giorni (o 20 in caso di parto gemellare) di congedo anche in via non continuativa, per gli eventi di parto, adozione o affidamento avvenuti dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre, entro il 5° mese di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia del figlio adottato o affidato;
- Congedo facoltativo: si tratta di un giorno aggiuntivo, facoltativo, che sarà sostituiti al periodo obbligatorio di astensione della mamma del bambino.
Tale ultima tipologia di congedo può essere utilizzata solo se la mamma lavoratrice sceglierà di rinunciare al suo giorno di congedo, favorendo quindi il padre e facendo anticipare la fine del suo periodo post partum di astensione obbligatoria.
Avv. Lucia Lonigro