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Il doping

Si parla di doping in italiano drogaggio o dopaggio, quando un atleta utilizza sostanze o pratiche mediche volte a migliorare le prestazioni sportive e, il cui uso, non è finalizzato a curare una patologia sottostante. Secondo la legge, come si evince dal sito del Ministero della Salute: “Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”.

Tantissime sono le sostanze che circolano sul mercato o nelle palestre, si possono sommariamente dividere in: farmaci non vietati per doping, ma utilizzati per scopi diversi da quelli autorizzati, i farmaci vietati per doping e gli integratori, quei prodotti che supportano e reintegrano perdite di macro e micronutrienti (sali, aminoacidi, vitamine).

Tra i farmaci vietati troviamo l’eritropoietina e i suoi derivati, gli anabolizzanti e gli stimolanti.

L’eritropoietina è una proteina prodotta dal nostro organismo che stimola la produzione di globuli rossi (le cellule che portano ossigeno in tutto il corpo), viene utilizzata come sostanza dopante poiché aumenta la quantità di globuli rossi, e quindi di ossigeno, che arriva ai muscoli. Il suo uso, al di fuori delle situazioni cliniche approvate, può provocare trombi del sistema vascolare, ictus e infarti.

Gli steroidi anabolizzanti, tra cui il testosterone, aumentano la massa muscolare magra, aumentano la resistenza allo sforzo e potenziano le prestazioni fisiche. Queste sostanze comportano effetti collaterali sia se assunti a basse dosi che ad alte dosi, tra cui ipogonadismo, aggressività, depressione, ginecomastia (tumore della mammella nell’uomo), tromboembolismo.

Gli stimolanti (tra cui amfetamine, cocaina, efedrina, pseudoefedrina) poiché eccitanti, si utilizzano come dopanti con lo scopo di ridurre il senso di fatica, aumentare l’aggressività e la competitività. La nocività dell’uso di queste sostanze si può presentare con disturbi neurologici, psichiatrici e aritmie cardiache anche fatali.

Gli integratori alimentari sono così definiti dal Ministero della Salute: “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.

Ad oggi in Italia ci sono migliaia e migliaia di integratori alimentari, da quelli presenti in farmacia a quelli sugli scaffali dei supermercati, ma nel nostro stato esiste un registro degli integratori, ciò significa che il Ministero della Salute autorizza un prodotto, che è sicuro per la salute, e ne consente la vendita; ovviamente questo vale anche per gli integratori per sportivi. Quando si parla di farmaci si intendono sostanze che vengono somministrate per curare una patologia in un soggetto malato, assumere, in assenza di malattia, le stesse sostanze è solo lesivo, controproducente e illegale.

E’ fondamentale sottolineare che qualsiasi sia la disciplina sportiva che si decide di seguire in maniera agonistica, c’è sempre un modo legale, non pericoloso per la salute e onesto per superare i propri limiti e raggiungere grandi obiettivi.

Con affetto

Dr.ssa Francesca Palmitessa

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