Forse sono in pochi a saperlo, ma Barletta, città Medaglia d’Oro al Valor Militare e al Merito Civile, custodisce un importante Archivio, inaugurato il 27 gennaio del 2001. Messo su nel 2000 dall’Amministrazione comunale di allora (presieduta dal sindaco Salerno) e dalla tenacia di alcuni ricercatori, ha portato avanti un fiorente lavoro di ricostruzione storica locale.
L’Archivio ha sede nel Castello di Barletta, luogo centrale nei fatti storici del ’43: fu sede di un presidio militare, la caserma “Giuseppe Carli”, che oppose una ferma resistenza all’esercito tedesco. In effetti, obiettivo del centro di ricerca era cercare di gettare luce sui fatti avvenuti a Barletta nel settembre 1943, all’indomani dell’armistizio di Badoglio.
Dopo l’8 settembre, la città, ormai schierata con gli “alleati”, fu minacciata più volte dalle truppe tedesche, venendo poi di fatto occupata dal 12 al 24 settembre.
Quelli furono giorni di disperazione, di barbarie, di lutto; resi ancora più amari perché successivi ai festeggiamenti della cittadinanza, che era da poco scesa in piazza urlando, convinta che la guerra fosse finita.
L’eccidio del 12 settembre è indubbiamente l’evento più ricordato e omaggiato di quel periodo. Ogni storia ha però la sua sotto-storia e in quella domenica di sangue furono in molti a perdere la vita, come furono in molti a dare una mano, con umiltà, in silenzio.
In occasione della Giornata della Memoria, abbiamo raccontato proprio quelle microstorie all’interno della più grande Storia della Resistenza Italiana, intervistando il professore e ricercatore Luigi Dicuonzo, referente dell’Archivio della Memoria e della Resistenza, che ha spiegato ai nostri microfoni il suo lavoro e i filoni didattici adottati.
Abbiamo ripercorso attraverso vecchie fotografie, lettere ingiallite e preziose testimonianze, gli avvenimenti tragici che segnarono la nostra città durante la guerra, prima e dopo l’8 settembre 1943.
L’Archivio della Memoria e della Resistenza non vuole consegnare alla città una Memoria polverosa su cui soffiare solo in occasione dei Memorial Day: “La Storia non può risolversi nell’onorabilità dell’etica di ricordi, sia pure genuini del passato. – scrive Luigi Dicuonzo in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 2023 – Deve, necessariamente, consegnarsi alla Memoria, nel presente, per consentire la costituzione di progetti per il futuro. È stato per lungo tempo il banco di prova di un Archivio periferico della nostra nazione, orgoglioso di dover narrare una storia particolare di Resistenza italiana, civile e militare, nel rispetto dei canoni fondamentali di difesa e tutela di una Memoria Pubblica, senza mai la tentazione di doverla divulgare nelle forme, certamente di piena rispettabilità, dei Memorial Day. È, comunque, la sfida più entusiasmante della nostra contemporaneità che investe concrete responsabilità di quanti, democraticamente, ricoprono ruoli politici, amministrativi e di governo nella nostra organizzazione, civile e sociale, ai quali compete una complessa gestione di Memoria Pubblica, con particolare attenzione alla sua manutenzione.”
Attualmente l’Archivio apre le sue porte solo su richiesta, restando dunque chiuso al pubblico.