Il ritmo circadiano è un orologio biologico presente in tutti gli esseri viventi, animali e uomini inclusi, è un ritmo fisiologico della durata di 24 ore. È scandito dal ciclo luce-buio, dalle variazioni fisiologiche quotidiane della temperatura corporea, dalla produzione di ormoni (tra cui il cortisolo e la melatonina) e da altri parametri legati al sistema cardiocircolatorio.
Ad esempio intorno alle 21.00 inizia la produzione di melatonina che termina intorno alle 7.30, alle 6.30 è presente il rialzo pressorio più marcato, alle 10.00 c’è il momento di massima vigilanza, alle 17.30 il sistema cardiovascolare e muscolare prestano la massima efficienza, tra le 18.30 e le 19 c’è aumento di pressione e di massima temperatura corporea che invece scende al minimo intorno alle 4.30 di notte.
Le cellule nervose deputate alla regolazione del ritmo circadiano si trovano nell’ipotalamo, una delle parti più antiche del nostro cervello, e questo indica che questo sistema di regolazione è presente fin dagli arbori della nostra evoluzione, ed è fondamentale mantenerlo “sano” poiché è implicato nella regolazione di molte funzioni biologiche. Quando il ciclo luce-buio non viene mantenuto anche il ritmo circadiano ne risente, presentandosi come disturbi del sonno. Nei disturbi del ritmo circadiano, il fisiologico orologio biologico e il ciclo esterno luce-buio sono desincronizzati. La causa può essere interna: la sindrome da fase del sonno ritardata o avanzata, o esterna: il jet lag, lavoro a turni notturni e irregolari, coricarsi e alzarsi sempre ad orari diversi, cecità o la mancata esposizione alla luce per lunghi periodi, assunzione di alcuni farmaci.
Il disturbo da jet lag è causato da un rapido viaggio attraverso più di 2 fusi orari. Viaggiare verso est (promuove il ciclo del sonno) e causa sintomi più gravi rispetto ai viaggi verso ovest (ritardano il sonno). Quando possibile, i viaggiatori devono spostare gradualmente il ciclo di sonno-veglia prima di viaggiare per approssimarsi all’orario della loro destinazione e, dopo l’arrivo nella nuova località, devono massimizzare l’esposizione alla luce solare (particolarmente di mattina) durante il giorno ed esporsi al buio prima di coricarsi. Gli ipnotici ad azione di breve durata e/o farmaci che inducono lo stato di veglia possono essere usati per un breve periodo dopo l’arrivo.
Il disturbo da turni di lavoro è influenzato da alcuni fattori quali: quanto spesso cambia il turno, se comporta un anticipo o un ritardo degli orari di coricamento e di risveglio, per quante notti consecutive si lavora, quanto durano i turni. È preferibile lavorare sempre di notte o di sera e mantenere gli stessi orari per coricarsi anche nei giorni liberi. Tuttavia, i rumori e la luce del giorno possono interferire con il sonno. Inoltre, i lavoratori riducono spesso il tempo di riposo e dormono in orari diversi nei giorni liberi per partecipare a eventi sociali o familiari.
La sindrome della fase del sonno ritardata si manifesta quando le persone si coricano e si alzano sempre tardi: ad esempio si coricano alle 3 di notte e si alzano alle 10 del mattino o addirittura alle 13 ed è più frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. Questi soggetti non riescono ad addormentarsi prima anche se ci provano.
Il disturbo da fase avanzata del sonno si verifica quando le persone si addormentano e si svegliano costantemente presto e non riescono a cambiare questa situazione e risulta più comune tra gli anziani. I soggetti con disturbo da fase avanzata del sonno non riescono a stare svegli fino a tardi. Tra i sintomi ci sono la sonnolenza diurna, incapacità a concentrarsi o svolgere le normali attività a pensare in modo chiaro. Possono abusare di alcol, ipnotici e sedativi (per indurre il sonno) o eccitanti (per rimanere svegli).
La diagnosi è clinica, si basa sulla raccolta delle informazioni riguardanti la qualità del sonno, si invita il soggetto a tenere un registro del sonno, utile per monitorare le ore di sonno e di veglia. La modifica dei comportamenti è il punto di partenza per migliorare la qualità del sonno: mantenere orari fissi a cui coricarsi e a cui svegliarsi, rispettare un regolare programma di attività (ascoltare musica soft, lavarsi i denti e il viso e puntare la sveglia), evitare le luci intense prima di coricarsi, limitare l’uso di telefono cellulare, computer e televisione qualche ora prima di coricarsi. Queste abitudini devono essere seguite ogni sera, a casa o fuori. La stanza da letto deve essere buia, silenziosa e non troppo calda o troppo fredda. I rumori forti possono disturbare il sonno, anche se non svegliano la persona, in tal caso può essere utile usare tappi per le orecchie. Indossare una maschera sugli occhi può essere di aiuto se si deve dormire durante il giorno in una stanza che non può essere completamente al buio. Se ci si sveglia durante la notte, bisogna evitare le luci intense.
Lo stress e le preoccupazioni interferiscono con il sonno. Le persone che non hanno sonno prima di coricarsi possono rilassarsi leggendo o facendo un bagno caldo. Possono usare tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione. Evitare sostanze che interferiscono con il sonno (caffè, the, bevande a base di cola e cioccolato) e pasti pesanti prima di coricarsi. Per i lavoratori a turni che devono trascorrere del tempo alla luce (del sole o artificiale) nei momenti in cui devono essere sveglie, è consigliato indossare occhiali da sole tornando a casa dal lavoro per ridurre l’esposizione alla luce intensa prima dell’ora di coricarsi e può aiutare ad addormentarsi più facilmente dopo essere arrivati a casa.
È indicata la terapia medica con farmaci ipno-inducenti nell’insonnia, assumere melatonina prima di coricarsi aiuta a minimizzare gli effetti della sindrome da fuso orario e i problemi correlati ai turni di lavoro.
Disturbi del sonno circadiano si possono verificare anche nei pazienti con malattia di Alzheimer o morbo di Parkinson e nei pazienti con trauma cranico o encefalite.
Con affetto
Dr.ssa Francesca Palmitessa