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Inquinamento ambientale, reclusione e multe per chi danneggia il pianeta

L’inquinamento ambientale è un grave problema che mette a repentaglio l’ambiente e la salute dell’uomo e delle altre specie viventi del pianeta.

Esistono varie forme di inquinamento  che non sono connesse alle attività antropiche. Pensiamo per esempio alle eruzioni vulcaniche. Esse però hanno sempre una natura circoscritta nel tempo e nello spazio. Quando parliamo di inquinamento ambientale ci riferiamo quindi alle sostanze e gli elementi fisici, chimici e biologici  immessi nell’ambiente dall’uomo attraverso le sue attività: agricole, industriali, legate all’urbanizzazione, al commercio e ai trasporti.

Si tratta di un problema globale che coinvolge tutti gli ambienti e tutti gli stati. Anche i luoghi più remoti, come per esempio l’Antartide sono soggetti all’inquinamento, ad esempio quello marino con plastica o agenti chimici.

Ci sono vari tipi di inquinamento, per citarne alcuni: atmosferico, nucleare, termico, acustico, elettromagnetico e atmosferico, idrico,  marino e del suolo.

Oggi parleremo del reato di inquinamento ambientale che è il primo dei delitti contro l’ambiente, citato nel Codice Penale: si trova nel libro secondo, al titolo VI bis, introdotto in seguito all’intervento legislativo del 2015, con l’art. 1 della Legge n. 68 del 22 maggio 2015.

Più nello specifico, facciamo riferimento all’art. 452 bis c.p. che così recita: “È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

• 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;

• 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.

Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata da un terzo alla metà. Nel caso in cui questo causi deterioramento, compromissione o distruzione di un habitat all’interno di un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, la pena è aumentata da un terzo a due terzi.

ll delitto si presenta come reato comune, potendo essere commesso da chiunque.

La condotta è a forma libera, e consiste nel provocare una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque e dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, oppure di un ecosistema, della biodiversità anche agraria, della flora o della fauna.

L’evento è di danno, configurandosi nella compromissione o nel deterioramento dell’ambiente.

L’elemento soggettivo è il dolo generico, ossia la consapevolezza e la volontà di porre in essere la condotta sopra descritta.

La consumazione del delitto, infine, si verifica nel momento e nel luogo in cui la compromissione o il deterioramento assumono una dimensione significativa e misurabile.

Vi sono, però, tante tipologie di delitti che tutelano l’ambiente e noi esseri umani dovremmo imparare a rispettare di più “Madre Natura”. Del nostro operato stiamo già pagando le conseguenze e dovremmo chiederci, se non si pone un limite a tutto questo, cosa ne sarà del nostro pianeta un domani, neanche poi così lontano.

 Avv. Lucia Lonigro 

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