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La cataratta: cos’è e come si cura

La cataratta è la progressiva perdita di trasparenza del cristallino nell’occhio che comporta una diminuzione della vista. Il cristallino è una lente trasparente che permette di mettere a fuoco le immagini sulla retina, la sua funzione principale è quella di ricevere la luce e di focalizzarla verso la retina; quando il cristallino si opacizza, i raggi di luce non arrivano in maniera omogenea sulla retina, le luce arriva distorta sulla retina e ne derivano visione offuscata che peggiora lentamente ed è indolore.

La cataratta può essere congenita o acquisita ed è, negli Stati Uniti, la principale causa di cecità; l’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età, aumenta dopo i 75 anni, e colpisce in ugual maniera uomini e donne. La principale causa di insorgenza della cataratta è l’invecchiamento, seguono altre cause tra cui uveite (infiammazione di una zona dell’occhio), traumi, patologie sistemiche (diabete), fumo, esposizione a raggi X o a luce infrarossa, abuso di alcol e uso di farmaci sistemici in cronico (p.es. corticosteroidi). La cataratta insorge e si sviluppa lentamente nel corso degli anni, inizia con la perdita del contrasto, abbagliamento (bagliori e aloni attorno alla luce), difficoltà nel distinguere toni scuri (p.es. blu scuro e nero), offuscamento della vista (che dipende dal grado di opacità e della zona del cristallino colpita), problemi di lettura (nel distinguere il contrasto tra lettere chiare e scure su sfondo chiaro), necessità di più luce per vedere.

La diagnosi si effettua con un esame dell’occhio tramite l’oftalmoscopio e la lampada a fessura che consentono di visualizzare l’opacità del cristallino. Non esiste una terapia medica, in colliri o per via sistemica, che possa guarire la cataratta; occhiali da vista e lenti possono migliorare la visione, ma l’intervento chirurgico di rimozione del cristallino e l’inserimento di una lente intraoculare risolvono la cataratta. Non è un intervento chirurgico di natura urgente poiché la progressione della cataratta è lenta e solo nel caso in cui la visione sia ormai tanto deficitaria da non permettere al soggetto di mantenere la propria autonomia nelle attività quotidiane allora si interviene più rapidamente; raramente può causare glaucoma (con aumento della pressione intraoculare) che accelera i tempi dell’operazione.

L’intervento avviene in anestesia locale (in alcuni casi, per es. nei bimbi o negli adulti che non riescono a rimanere immobili, si può ricorrere all’anestesia generale); ha una durata media di circa 30 min., nel post operatorio è consigliato il riposo, la presenza di un aiuto, l’uso di colliri antibiotici e antinfiammatori e possono esserci disturbi visivi (visione offuscata e fastidio davanti a luci intense). Molti necessitano di occhiali da vista per migliorare la visione da lontano. Le nuove lenti intraoculari con focalizzazione multipla (lenti multifocali) evitano al soggetto di indossare occhiali da vista (anche se alcuni soggetti lamentano la perdita del contrasto o la presenza di stelle e aloni durante la notte).

Evitare fumo e alcol, proteggere gli occhi con occhiali adatti e schermanti verso i raggi UV (aiutano a proteggere l’occhio), in caso di diabete mantenere i livelli di glicemia ben controllati.

Con affetto

Dr.ssa Francesca Palmitessa

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