Il 1° novembre è la festa di Ognissanti, o di tutti i Santi, si celebra il giorno prima della festa dei defunti e a differenza di quest’ultima, è un giorno festivo. Ma quanti di noi conoscono la storia di questa festività che appartiene sia alla chiesa cattolica, ma anche ad alcune chiese protestanti? Andiamo indietro nel tempo alla ricerca delle origini della festività che chiude ottobre e da inizio al mese dedicato al ricordo dei nostri cari.
La festa di Ognissanti o per estrema correttezza, la Solennità di Ognissanti celebra l’onore e la gloria di tutti i santi, anche quelli non canonizzati, ed è una Festa di Precetto, cioè uno dei giorni in cui, secondo il terzo comandamento, i cui i cristiani hanno l’obbligo di santificare le feste. Recarsi a messa quindi e astenersi da qualsiasi attività impedisca loro di onorare il Signore come si conviene e di godere della gioia e del riposo di un giorno di festa.
La festa di Ognissanti non si è sempre celebrata a novembre però, scopriamo come si è arrivati a questa data: la commemorazione dei martiri, di cui si trovano tracce a partire dal IV secolo, veniva celebrata nella domenica subito dopo la Pentecoste e le chiese orientali mantengono tuttora questa tradizione. Anche Sant’Efrem da Siro, teologo e scrittore, colloca questa festa il 13 di maggio. Questa data coinciderebbe anche con la consacrazione del Pantheon di Roma alla Vergine e a tutti i martiri, avvenuta proprio quel giorno di maggio intorno al 610 da parte di Bonifacio IV.
Successivamente papa Gregorio III scelse il primo novembre come ricorrenza della consacrazione di una cappella a San Pietro e alle “reliquie dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”. Da allora, tutte le testimonianze della festa di tutti i santi, la collocano nel mese di novembre.
Fu però solo nel 835 che re Luigi il Pio, su richiesta di papa Gregorio IV, istituì ufficialmente la festa di Ognissanti nella data del 1˚ novembre, sostituendola all’antica festa romana dedicata a San Cesario da Terracina, protettore degli imperatori romani. L’iniziativa del pontefice aveva però altro fine, ovvero sradicare definitivamente la pratica un po’ pagana e un po’ cristiana di celebrare gli imperatori con una processione sul Palatino.
Parecchio tempo dopo, l’antropologo Jamen Frazen, ipotizzò anche un’associazione tra la celebrazione della festa di Tutti i Santi con la festività celtica di Samhain che si onorava proprio il 1˚ novembre in Inghilterra. L’ipotesi è che la chiesa abbia voluto creare una continuità con la festività pagana che nella notte a cavallo tra ottobre e novembre celebrava il momento in cui i defunti potevano tornare nei luoghi in cui erano vissuti e spiegava così anche la scelta del 2 novembre come giorno a loro dedicato. Studi successivi hanno messo in discussione questa tesi, mettendo in evidenza incongruenze temporali e confusione tra le ricorrenze.
Quel che è certo è che le celebrazioni dedicate a tutti i santi e martiri vanno di pari passo a quelle dedicate ai defunti da centinaia di anni, e in molte culture e religioni diverse. La stessa festa di Halloween, tanto criticata e bistrattata da chi probabilmente non ne conosce il vero significato, ma si ferma all’aspetto grottesco e goliardico dei travestimenti mostruosi, altro non è, letteralmente, che All-hallow’s-eve, cioè la vigilia di tutti i santi, la notte in cui le anime dei defunti tornano appunto a popolare la terra dei vivi. La tradizione di mascherarsi in modo spaventoso nasce dal desiderio di esorcizzare la paura di quella notte ed è arrivata fino a noi.
Come sempre le culture, le feste e le tradizioni del mondo, seppure diverse, sono tutte legate da fili intrecciati in secoli di storia. Una tela intessuta da popoli viaggiatori, colonizzatori, invasori, dall’umanità che da sempre, per sua natura, è in movimento e con sé muove le proprie usanze, cibi e celebrazioni. Se smettessimo per un momento di sentirci attaccati dalla diversità, ma provassimo ad aprirci e ad accogliere ciò che di buono possiamo prendere e a donare ciò che di buono abbiamo da offrire, forse oggi non saremmo qui a seguire guerre lungo tutti i confini del vecchio continente e ad aggiungere morti a cui dedicare un pensiero domani.