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“Le minacce della criminalità sull’agroalimentare in Puglia”, a Bari incontro Coldiretti

"L’impegno di Coldiretti è fondamentale, anche per organizzare le vittime potenziali di reati nelle campagne, attraverso la raccolta delle denunce dei fatti" ha detto Michele Emiliano

Si è tenuto oggi 9 giugno a Bari, nella sala conferenze del Castello Svevo, l’incontro organizzato da Coldiretti Puglia e dall’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare sul tema “Le minacce della criminalità sull’agroalimentare in Puglia”.

L’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – è stato spiegato dagli organizzatori – ha come obiettivo quello di creare un complesso di controlli capaci di assicurare la più completa informativa ai consumatori, ma anche alle istituzioni, contrastando le contraffazioni e le adulterazioni alimentari. In questa prospettiva, l’osservatorio intende promuovere iniziative di approfondimento in merito agli interventi e agli effetti delle pronunce di tutte le autorità amministrative indipendenti che possono interferire nel mercato agroalimentare.

“Da tempo – ha detto nel suo intervento Michele Emiliano, governatore regionale – la Regione Puglia ha concepito una strategia, quella dell’antimafia sociale, che mira a costruire la relazione tra la comunità e il sostegno sia alle vittime dei reati, sia alla magistratura e alle forze dell’ordine.  Abbiamo inoltre presentato pochi giorni fa un apparato tecnologico per la sorveglianza delle campagne per prevenire l’abbandono dei rifiuti, che potrebbe essere utilizzato anche per altro, ovvero per la sicurezza nelle zone rurali.

Sosteniamo anche le forze dell’ordine dello Stato nella sorveglianza delle aree non urbane. Per queste attività serve l’organizzazione. E per questo l’impegno di Coldiretti è fondamentale, anche per organizzare le vittime potenziali di reati nelle campagne, attraverso la raccolta delle denunce dei fatti, pure i più piccoli.

La raccolta dei dati infatti serve a proteggere tutti e a capire se i fatti denunciati appartengono a gesti estemporanei o sono il frutto di un meccanismo di assoggettamento e di omertà. Senza le denunce di fatti anche piccoli, si insinua un clima di intimidazione generale che alimenta la capacità di assoggettamento criminale.

Il lavoro di Coldiretti è dunque encomiabile, utilizzando anche figure di riferimento della giustizia pugliese come il dott. Cataldo Motta. Che è stato uno dei miei maestri e che era al lavoro contro la mafia quando tutti dicevano che la mafia in Puglia non esisteva. Il lavoro dell’osservatorio sulla criminalità in agricoltura e nel sistema agroalimentare di oggi dovrà essere patrimonializzato, ovvero dovrà diventare strategicamente condiviso.

La Procura nazionale antimafia, oggi rappresentata dal dottor Gatti, fa proprio questo: un’analisi continua e la messa in comune dei dati. Chiedo infine all’osservatorio e alla Coldiretti di collaborare anche con la fondazione regionale intitolata a Stefano Fumarulo che fa analisi e studi pre-giudiziari. Non dobbiamo più delegare alle sole forze dell’ordine la lotta alla mafia, anche le organizzazioni agricole possono rendere più forte lo Stato e tutti noi”.

 

 

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