Si è svolto ieri sera nella Sala Rossa del Castello di Barletta l’incontro su cyberbullismo e bullismo “Violenza tra pari, online e offline: strumenti di prevenzione e contrasto”, promosso dall’Osservatorio Giulia e Rossella con il supporto del Comune di Barletta e della Regione Puglia e il patrocinio gratuito dell’Ordine degli Assistenti Sociali, l’Ordine degli psicologi e delle psicologhe della Regione Puglia e la Fondazione Carolina.
Relazioni, genitorialità, responsabilità, sono stati i comuni denominatori degli interventi, toccanti, che sono stati condivisi con il pubblico numeroso che ha riempito la Sala Rosa, e che hanno davvero toccato le corde più intime e sensibili dei presenti, anche dei più giovani. Filo conduttore dell’evento è stata la presenza del dott. Paolo Picchio, padre di Carolina, morta suicida nel 2013 dopo aver subito attacchi durissimi online al seguito della pubblicazione di un video girato durante una festa. Carolina Picchio è stata la prima vittima conclamata di cyber bullismo in Italia e il padre, con la Fondazione Carolina, con tutte le sue forze si batte da allora per il contrasto a questo reato invasivo e devastante nella vita dei ragazzi, e non solo.
Tra i saluti istituzionali, con la presenza anche della Prefetta Rossana Riflesso e dell’Assessora alle Pari Opportunità Annamaria Scommegna, spicca per intensità quello dell’assessora ai Servizi Sociali Rosaria Mirabello, che con voce tremante ha raccontato ai presenti la vicenda personale che ha coinvolto il figlio, vittima di bulli, con il quale stanno affrontando un percorso non facile per restituirgli la serenità persa.
L’importanza di creare, alimentare e difendere relazioni reali, concrete e sane preferendole sempre a quelle virtuali, l’educazione al senso di responsabilità, verso sé stessi e verso le proprie azioni, e verso gli altri, educando alla difesa del prossimo anche e non alimentando l’omertà intrinseca nell’adolescenza. Ma anche il ruolo centrale del genitore e di tutte le figure di riferimento tra scuola, svago e famiglia, delle conseguenze psicologiche e fisiche degli abusi e di come intervenire, si è parlato lungamente e senza sconti negli interventi fatti dalla dottoressa Claudia Ciccarelli, psicoterapeuta dell.Oss. Giulia e Rossella e dall’avvocata Laura Pasquino, Vicepresidente e legale del centro e dalla dottoressa Rosangela Paparella, Garante dei Diritti dei Minori della Regione Puglia.
La dottoressa Paparella ha incantato la platea parlando ai genitori in primis, agli adulti tutti, con la voce dura di chi ti darebbe un pizzicotto pur di costringerti a guardare la realtà con più attenzione. Ha parlato di senso di responsabilità, di consapevolezza, di accettazione dell’errore, di tutte quelle componenti che devono esistere e concorrere a quel meraviglioso e difficile percorso che è l’educazione.
In un mondo in cui le reazioni sono troppo spesso sproporzionate e in cui i social hanno sdoganato la violenza verbale mutuandola a comportamento normale, il compito degli adulti è in primo luogo quello di agire su sé stessi, eliminando tutte quelle azioni sbagliate che poi per emulazione verranno per forza replicate dai figli, e poi, fondamentale ma ben più impegnativa, è la richiesta doverosa di comprendere e fare i conti con gli errori dei figli.
Troppo spesso, infatti, le famiglie dei bulli negano, coprono e sminuiscono per prime le violenze fatte dai minori e troppo spesso si mette in atto il meccanismo così detto di “disimpegno morale”, quello, per capirci, che riporta il tutto alla dimensione di ragazzata.
Mortificare, svilire, picchiare, privare l’altro di libertà e serenità è un reato, e come tale deve essere riconosciuto e trattato. Accettare che un figlio possa sbagliare, che non sia, o non sia più il bambino perfetto che per anni abbiamo creduto di crescere, è un atto di maturità e di amore straordinario, di cui la società di oggi ha profondamente bisogno.
Ma la società ha anche bisogno di stroncare sul nascere questi fenomeni ed è fondamentale sapere che gli strumenti esistono e che, se è vero che il web ha una diffusione velocissima e capillare, è vero anche che i contenuti posso essere segnalati ed eliminati.
Grazie all’incessante lavoro della Fondazione Carolina, dal 2017 in Italia esiste una legge contro il cyberbullismo che obbliga le scuole a un protocollo di educazione, sensibilizzazione e formazione messo in atto con una sinergia tra gli istituti e le realtà territoriali. Inoltre, oltre alle segnalazioni che possono essere inviate immediatamente tramite ogni social network, per l’oscuramento e la rimozione di contenuti offensivi, è importantissimi che i ragazzi sappiano che possono sottoporre, anche senza la supervisione di un genitore, un’istanza al Garante della Privacy.
Presentandosi in una qualsiasi stazione di Polizia oppure attraverso questo modulo, possono attuare una procedura alla quale l’ente è tenuto a rispondere, verificando e rimuovendo il contenuto, entro un massimo di 48 ore (ma gli interventi sono quasi sempre molto più veloci).
L’istanza e l’intervento attiveranno poi una serie di azioni che coinvolgeranno gli autori dell’abuso e le famiglie, al fine di stroncare e punire i comportamenti. Come sottolineato dall’avvocata Pasquino “non si vuole spingere i ragazzi a difendersi da soli ma è di vitale importanza che essi sappiano di poterlo fare”.
In una fase della vita già sfidante quale è quella che dall’infanzia ci porta all’età adulta, fronteggiare questi eventi può essere devastante. L’imbarazzo, la paura, la solitudine e il peso ingestibile di uno stress esagerato possono distruggere la vita dei ragazzi portandoli, nei casi più gravi, a gesti estremi come l’autolesionismo e purtroppo il suicidio. Percepire il minimo segnale di disagio e di cambiamento e intervenire prontamente gioca un ruolo fondamentale ma è anche importante accompagnare il percorso di crescita cercando di stimolare l’empatia, il dialogo, e provando a fornire tutti gli strumenti di ascolto possibile per scongiurare e affrontare certe difficoltà.
Il mondo moderno nasconde sicuramente più insidie di un tempo: i social, che da un lato hanno aperto le porte del mondo e fornito opportunità di conoscenza e socializzazione straordinarie, hanno anche alimentato il mostro insicuro e aggressivo che è dentro ognuno di noi. Ammaestrarlo e sconfiggerlo si può, ma solo con la volontà collettiva e con la consapevolezza che un altro mondo reale e virtuale è possibile, e dipende da noi.
L’incontro era valido per l’assegnazione di crediti formativi CNOAS con l’ID56132.