“Lynch Experience” al Politeama Paolillo di Barletta. Una minirassegna per rendere omaggio alla genialità del pluripremiato regista statunitense scomparso lo scorso 15 gennaio.
Quattro eventi ogni lunedì di febbraio con proiezioni di celebri film in versione originale sottotitolata e restaurata in 4K. Nello specifico il calendario prevede il 3 febbraio “The Elephant Man” (ore 21.00), il 10 febbraio “Strade perdute”, il 17 febbraio “Una storia vera” e, infine, il 24 febbraio “Mulholland drive”.
Grazie al progetto di distribuzione della Cineteca di Bologna tornano in sala dei capolavori che intendono onorare la grandezza di un artista eclettico descritto da The Guardian come “il regista più importante di quest’epoca”, mentre AllMovie l’ha definito “l’uomo del Rinascimento del Cinema moderno americano”. Tra i più acclamati della sua generazione, David Lynch (1946-2025) nasce originariamente come pittore e poi entra nell’universo della settima arte divenendo regista, sceneggiatore, produttore, spesso anche scenografo, montatore, progettista del suono e attore, senza trascurare lo spaccato di musicista, cantante e scrittore. Sorprende la sua completezza, la sua multidisciplinarietà, il suo sguardo lungimirante che sconfina spazio e tempo.
Nel corso degli anni Lynch ha ricevuto tre nomination al Premio Oscar per la regia (The Elephant Man, Velluto blu e Mulholland drive), la Palma d’oro al Festival di Cannes 1990 (Cuore selvaggio), il Prix de la mise en scène (2001 Mulholland drive) e il Leone d’oro alla carriera nel 2006 durante la 63^ Mostra internazionale d’arte di Venezia, in occasione dell’anteprima mondiale di Inland Empire – L’impero della mente, nella sezione fuori concorso; Premio César 1982 Miglior film straniero The Elephant Man; Premio César 2002 Miglior film straniero Mulholland drive. Nel 2019 gli è stato consegnato l’Oscar alla carriera.
“Lynch Experience” al Politeama Paolillo invita il pubblico a riscoprire e analizzare il percorso artistico del regista, con la visione di lungometraggi cult.
“The Elephant Man” (in proiezione il 3 febbraio): racconta la storia di John Merrick, l’uomo elefante deformato dalla malattia e ridotto a fenomeno da baraccone. Una nuova riflessione sul visibile e l’orrore. Un film che ha mutato le regole dell’horror, invertendo le dinamiche tra mostro e spettatore.
“Strade perdute” (10 febbraio): un noir complesso, il film più sofferto e instabile di Lynch. Scintillante e dark, impaginato come un catalogo di moda, è attraversato da ogni tipo di paradosso logico, da situazioni esasperate che lasciano un malessere gravoso, da narrazioni che si avvitano dentro una spirale inspiegabile.
“Una storia vera” (17 febbraio): pietra angolare dove Lynch ribalta tutti i propri luoghi, oggetti e personaggi, volgendoli al solare senza sostituirne nemmeno uno. L’uomo anziano che attraversa l’America per raggiungere il fratello e far pace con lui diviene decoro, dignità in un viaggio a tappe, lento e positivo. La “materia” del cinema di Lynch, se solarizzata, può esprimersi con respiro classico e commovente.
“Mulholland drive” (24 febbraio): due donne bellissime si amavano, fino al giorno in cui una delle due ha messo fine alla storia, imboccando una strada nuova e lasciando l’altra sulla sua spiaggia solitaria, nello strazio interminabile dei suoi giorni dell’abbandono. Il film è uno degli indiscussi capolavori della fase matura dell’arte di Lynch. Un noir che abbraccia sentimento, eros, con un progetto narrativo che ritaglia, come sempre, scampoli di onirico ed enigmaticità.