Per i prossimi tre mesi esaminerà le ipotesi di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale di Bari, dopo l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, conclusa con 130 arresti, che ha fatto emergere presunti casi di voto di scambio politico-mafioso e presunte ingerenze dei clan sulle assunzioni nella municipalizzata del trasporto pubblico Amtab.
Si tratta della commissione di accesso ispettivo nominata dal ministero dell’Interno, i cui tre componenti Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza, sono arrivati ieri, 25 marzo, a Bari.
La commissione è giunta in Comune ed è stata ricevuta dal segretario generale, avvocato Dino Susca. Successivamente hanno incontrato il sindaco, Antonio Decaro, che ha garantito “la massima collaborazione” degli uffici.
Mentre la commissione iniziava il suo lavoro, nell’aula consiliare si è tenuta la conferenza stampa dei parlamentari di centrodestra, tra i quali il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che hanno posto al sindaco 11 domande: per citarne alcune, “come mai non si sia accorto di quanto avveniva all’Amtab” e perché negli “ultimi otto anni da presidente nell’Anci non abbia mai fatto obiezione sui 137 accessi disposti dal Viminale” qualificando invece come “un atto di guerra quello di Bari”.
Sulla nomina della commissione ha rilasciato una dichiarazione anche la premier Giorgia Meloni, rimandando al mittente “le accuse di utilizzare politicamente queste misure. Noi non abbiamo fatto nessuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi altro comune italiano”.