La Chicca nasce nel 1987 dall’esperienza dei fratelli Diella, maturata già durante la loro infanzia presso l’affermata pasticceria dei cugini, la Gourmandise. Proprio di quel primo laboratorio di famiglia Ruggiero Diella, pasticcere e attuale proprietario de “la Chicca”, conserva i più cari e dolci ricordi, che hanno fatto nascere e crescere in lui la passione verso il mondo dolciario.
Da quasi quarant’anni, di domenica, diverse generazioni di barlettani si sono alternate a osservare le sue vetrine piene, con lo stesso naso all’insù e la stessa voglia di lasciarsi sorprendere. Migliaia di vassoi sono stati sfornati da quella bottega, chiusi con cura portavano di volta per volta, casa per casa, il marchio “la Chicca”, con l’unica pretesa di regalare un momento per sorridere o per festeggiare qualche ricorrenza.
Proprio di domenica, ancora oggi come allora, in bottega c’è molta frenesia e una straordinaria coordinazione. I membri dello staff si muovono come tasselli di una complessa danza: si alternano, cooperano e volteggiano tra il bancone e il laboratorio per soddisfare le richieste degli acquirenti senza perdere un battito.
Inoltre, nel 2017, l’instancabile pasticceria ha ricevuto un illustre riconoscimento dalla guida Gambero Rosso, che l’ha citata in un articolo intitolato “Una giornata a Barletta, cosa vedere, mangiare e comprare in 24 ore“, presentando dunque il locale come una tappa immancabile durante un soggiorno nella città della Disfida.
Al primo pasticcere, Ruggiero Diella, abbiamo rivolto alcune domande:
“Come mai ha scelto di fare il pasticcere?”
“Me lo chiedo spesso” risponde ridendo, ma tradendosi con lo sguardo: i suoi occhi, piccoli e attenti, trasmettono un raro entusiasmo da bambino che ben spiegano la sua scelta.
“Dopo aver lavorato con i miei cugini quando ero piccolissimo, io e mio fratello abbiamo aperto questa pasticceria in via d’Aragona. Da lì è stato un crescendo fino ad arrivare ad ora, dove tutti i giorni faccio il mio lavoro con la stessa passione di una volta, insieme a mia moglie, ai miei figli e ai miei dipendenti. Grazie a loro, grazie al team riusciamo ad andare avanti e ad avere tante soddisfazioni.”
Perché chiamare la pasticceria “la Chicca”?”
“La Chicca è riferito a un qualcosa di dolce, piccolo e sfizioso, capace di addolcire la vita. Quindi, la Chicca rappresenta un punto di ritrovo, un pretesto per addolcire la giornata. Se la pasticceria fosse un dolce, sarebbe un bignè, poiché vi è un involucro che racchiude la crema all’interno e mangiandolo avviene un’esplosione: quella è la chicca.”
Qual è il vostro dolce imperdibile?
Partendo dai dolci tradizionali come bignè, sfogliatella, babà, sicuramente uno dei dolci più apprezzati è la coda di rospo, con la crema pasticcera, la crema chantilly, la crema al cioccolato o al pistacchio… ovviamente si può farcire in base alle richieste. Anch’io, se devo mangiare un dolce, scelgo una coda di rospo: racchiude i profumi e la croccantezza capaci di farti stare bene.
Qual è il vostro approccio alla tradizione?
La tradizione comporta tanti sacrifici perché serve tanta manodopera ed esperienza per lavorare artigianalmente. Purtroppo, in pasticceria dolci come le ricce o le code di rospo si trovano difficilmente freschi e fatti a mano. Io invece porto avanti la tradizione di farli ancora a mano e il risultato c’è: la bontà della freschezza si nota assaggiandoli. Anche i dolci da colazione, come i cornetti e le polacche sono freschi, fatti in maniera artigianale. Inoltre, utilizzando il lievito madre, il cornetto risulta molto più digeribile.