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Politiche culturali a Barletta, D’Onofrio: “Come investe il comune i soldi della cultura?”

La nota di Stefania D’Onofrio in rappresentanza dell’Associazione di categoria “Settore Cultura e Spettacolo"

“Siamo prossimi all’approvazione del bilancio da parte dell’Amministrazione Comunale e noi dell’Associazione di categoria “c Barletta” vorremmo porre l’attenzione sulle politiche culturali della città, vista la prossima approvazione del bilancio. Avvertiamo infatti la mancanza di una logica di sviluppo delle politiche culturali dalle quali oltretutto sono esclusi gli operatori del settore”, sono le parole di Stefania D’Onofrio rappresentante dell’associazione di categoria.

“Anche per questo bilancio, come per i precedenti, manca l’applicazione del Regolamento per l’erogazione dei contributi per le attività di spettacolo e cultura approvato nel 2022 dal Commissario Alecci (quello con i nostri 19 emendamenti) nel quale è previsto, come già accade in molte altre città, che vengano messi a bilancio fondi certi da destinare al sostegno degli eventi e delle attività culturali e di spettacolo prodotte da imprese, organizzazioni, cooperative, a.p.s. e associazioni professionali del territorio.

Ci vediamo costretti a sottolineare ancora una volta che il lavoro di pianificazione culturale non si deve limitare solo a eventi di puro intrattenimento (si pensi all’estate barlettana verso il cui cartellone abbiamo solo che da applaudire) ma, deve tutelare e agire a sostegno degli operatori del settore presenti sul territorio, come prevede il Regolamento, in modo lungimirante e programmato.

Il Comune si è limitato al coinvolgimento di queste realtà professionali limitatamente all’organizzazione di alcuni eventi della città di Barletta, come quelli all’interno della Disfida e degli eventi natalizi. Questo perché evidentemente, considera ancora non professionisti gli artisti e le realtà del territorio in quanto “locali”.

Eppure il Comune stesso ha potuto constatare il livello delle proposte artistiche proprio quando le ha chiamate in causa per gli eventi natalizi e della Disfida, succitati. Il cartellone di Natale de “I Nuovi Scalzi” ha coinvolto altre quattro realtà associative (Krass, Rinascita, Room to Play, Fattoria degli artisti) per un totale di oltre 30 artisti più alcuni allievi di scuole di danza e la realizzazione di ben 15 spettacoli differenti – tutti in doppia o tripla replica – che spaziavano tra musica, danza e teatro e abbracciavano target differenti con proposte per bimbi, adulti, cultori e no, appassionati o passanti; spettacoli di intrattenimento ma anche di ricerca e riflessione sul tema natalizio.

Il famoso regolamento, tra l’altro, ha trovato fino ad oggi applicazione solo nel bando per le attività natalizie emanato dal comparto attività produttive grazie al porgere orecchio dell’assessore nonché vicesindaco il Dott. Dileo e alla volontà dirigenziale del Dott. Rizzi. Nessuno contesta i grandi eventi, che sono motore attrattivo per esercenti di ogni categoria. La logica finora adottata è quella di spendere tanto per eventi di grosso richiamo che sono e restano fini a sé stessi. Vi invitiamo a dare uno sguardo ai bilanci degli anni passati e a quanti soldi sono stati spesi per i grandi eventi, a fronte di zero per il regolamento.

Si potrebbe invece investire meglio e di più sugli operatori locali che – potendo contare sul sostegno del Comune – potrebbero generare altre risorse, avendo i mezzi per nutrire relazioni e fare ricerca, perché per natura sono moltiplicatori di eventi e possibilità per la città intera. Perché il Comune non comprende che mettere a bilancio fondi a sostegno degli operatori culturali della città significherebbe trasformare quella spesa in “attrattore” di ulteriori risorse?  Per noi era e continua ad essere inspiegabile.

Inoltre poiché i grandi eventi hanno obiettivi legati al commercio e al turismo: non sarebbe meglio se venissero finanziati dalle attività produttive liberando i fondi destinati alla cultura?

Forse il Comune ancora non sa come funziona il nostro comparto e non comprende che i professionisti della cultura e dello spettacolo lavorano fondamentalmente con fondi pubblici. Se avessero la certezza del sostegno del Comune, regolamentata da logiche di trasparenza garantite dal succitato Regolamento, avrebbero gli strumenti per impegnarsi a generare altre idee, progetti e attività che necessariamente comporterebbero la necessità di intercettare altri finanziamenti ovvero regionali, nazionali ed europei! (Amen!)

Non credete che forse, così, state perdendo l’occasione per gettare le basi su cui costruire il futuro delle nuove generazioni del territorio?”.

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