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Prefettura, tavolo sulle vulnerabilità psichiche

La finalità del tavolo è stata quella di definire la procedura e le linee operative da adottare per la presa in carico socio-sanitaria di queste specifiche vulnerabilità

Si è tenuto questa mattina in Prefettura il secondo sottotavolo tematico relativo alla rilevazione, il referral e la presa in carico delle persone portatrici di vulnerabilità in arrivo sul territorio nazionale e inserite nel sistema di protezione e accoglienza, specificamente dedicato alla sezione dei migranti affetti da disagio psichico.

Si tratta di una vulnerabilità particolarmente insidiosa che richiede l’immediata segnalazione e la tempestività della diagnosi, al fine di non compromettere l’efficacia degli interventi, con il rischio di innescare un ulteriore deterioramento dello stato psicofisico del migrante in situazione di sofferenza psicologica. Spesso, infatti, i bisogni e i vissuti emotivi degli stessi non sempre vengono esternati con modalità facilmente codificabili dagli operatori del settore.

La finalità del tavolo – cui hanno partecipato i rappresentanti di Prefettura, Asl, dei Servizi Sociali dei Comuni, dei Sistema di Accoglienza e Integrazione e dei Centri di Accoglienza Straordinaria del territorio – è stata quella di definire la procedura e le linee operative da adottare per la presa in carico socio-sanitaria di queste specifiche vulnerabilità, delineando dei meccanismi di coordinamento tra il sistema di accoglienza, i servizi sociali e i servizi di salute mentale, in grado di rafforzare e qualificare gli interventi di prevenzione finalizzati al sostegno del benessere psicosociale, fornendo una risposta immediata al migrante in tema di fruibilità e accessibilità ai servizi socio-sanitari.

Al riguardo, è stata rappresentata l’importanza che i servizi di accoglienza prevedano delle equipe multidisciplinari strutturalmente in grado di fornire delle risposte adeguate ai segnali di malessere psico-fisico del migrante e che sia garantita una accoglienza inclusiva, proprio perché l’integrazione è un fattore che in gran misura condiziona lo stato di salute mentale e, di riflesso, nessun trattamento terapeutico risulta efficace in assenza di minime garanzie sociali, quali appunto l’accoglienza, il vitto, l’alloggio e la fruibilità dei servizi.

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