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Questione ambientale a Barletta, Rociola (ItaliaViva): “Sindaco avvii tavolo permanente”

Rociola: "Auspico che nel rispetto del principio di precauzione ambientale percorra la strada delle soluzioni delle diverse problematiche"

“Affrontare la tematica ambientale sembra ormai divenuta, per la città di Barletta, prerogativa esclusiva delle associazioni organizzate o meno, a discapito di una classe politica nella migliore delle ipotesi disinteressata al confronto propositivo. Un atteggiamento teso a percepire la questione ambientale come un rischio a lungo termine, una cosa che, per quanto importante, è sempre rimandabile. Ma siamo proprio sicuri che questo modo di agire sia utile alla nostra Città e quella percezione del rischio ambientale non sia divenuto un pericolo?”. A nome del Comitato Vivaci ItaliaViva, l’avvocato Gennaro Antonio Rociola pone all’attenzione pubblica alcune riflessioni.

“Ulrich Beck, sociologo tedesco, identificava la categoria del rischio quale prodotto dell’attività umana, non una calamità naturale; rischio da non confondere con il pericolo in quanto quest’ultimo è immediatamente percepibile. La teoria di Beck è la spiegazione ideale per i problemi ambientali che ci sono noti, ma che non ci toccano abbastanza da farci, nella maggior parte dei casi, agire attivamente.

Facendo un esempio concreto, se tutti scappiamo davanti a un incendio nessuno agisce per eliminare le polveri sottili prodotte dal traffico che respiriamo ogni giorno camminando per strada, le cui ripercussioni si manifesteranno solo in un secondo momento.

A partire da questa teoria, spiegazione più che esaustiva della gravità del problema, cerchiamo ora di determinare l’entità del rischio e le possibili conseguenze.

Studi specifici rendono un dato allarmante per quanto concerne l’inquinamento e quello che ai tanti cittadini “distratti” o poco attenti alla lettura di dossier pubblici – in qualche caso sottaciuti – non sfugge agli stessi quando impattano visivamente in un mare “schiumeggiante” non per effetto delle onde o quando restano inebriati da “odore” di carogna in putrefazione piuttosto che di formaggio raffermo e solo così riemerge la “sensibilità” ambientale.

Auspico che immediatamente il primo cittadino ad oggi detentore – per senso di responsabilità? – della delega all’ambiente, avvii con urgenza un tavolo permanente, che non sia solo di monitoraggio del rischio, ma che a grandi passi e nel rispetto del principio di precauzione ambientale percorra la strada delle soluzioni delle diverse problematiche”.

 

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