Sono trascorsi pochi mesi dalla consegna delle nuove aule al Liceo “Alfredo Casardi”, destinate agli studenti dell’indirizzo Scienze Umane. Il nuovo plesso, attivo da ottobre 2024, è situato all’interno del monastero di San Ruggiero, in via Cialdini, e ospita quattro classi, una palestra, una sala docenti e uno spazio all’aperto.
Prima di questa sistemazione, gli studenti vivevano in condizioni decisamente precarie, costretti a svolgere le lezioni nei corridoi della vecchia sede a causa della mancanza di aule sufficienti.
Dunque, al momento dell’inaugurazione della nuova succursale, al quale ha partecipato anche un sollevato sindaco Cannito, si parlava di un grande risultato, di abili manovre di bilancio, di sinergie ben riuscite e di una vittoria finale.
Ecco perché le proteste di questa mattina rattristano particolarmente. Oggi, quegli stessi studenti hanno deciso di manifestare, sentendo i loro diritti nuovamente disattesi. Una protesta non perfetta, organizzata in fretta, con l’urgenza di farsi ascoltare e la voglia di gridare che non tutto va bene come si credeva.
Le loro voci, lontane da retoriche politiche, rimangono tra le più oneste e umili: “Se i termosifoni non abbiamo, a scuola non andiamo” hanno gridato al megafono, “La scuola è un diritto e un dovere, dovrebbe essere un piacere, ma al gelo ci fate soffrire!” hanno scritto su un cartellone.
I manifestanti hanno poi spiegato meglio i loro disagi alle nostre telecamere: la caldaia, che avrebbe dovuto assicurare il riscaldamento delle aule, è guasta da metà dicembre e i ragazzi temono di dover affrontare il resto dell’inverno portandosi dietro maglioni e coperte extra.
“Le classi sono fredde, per legge non potremmo nemmeno starci -denuncia Mauro Bufo, studente della IV C- Chiediamo aiuto, non sappiamo come dobbiamo gestire la cosa. Siamo qui a protestare in questo sciopero un po’ azzardato, organizzato in un solo pomeriggio, per chiedere a chi è di competenza di intervenire in questa questione. Questo plesso, – aggiunge– da quel che sappiamo, è gestito, sì, dalla scuola, ma è di proprietà del convento e delle suore di clausura di San Ruggiero”.
Gli studenti lamentano anche altri disagi, come la mancanza di strumenti per il primo soccorso e l’inadeguatezza dei bagni, come racconta Amira Taha Hussein Taha Mahmoud, studentessa della III C e rappresentante d’istituto: “All’interno della nostra scuola non ci sono tutti gli strumenti necessari per effettuare il primo soccorso in modo adeguato. Ce ne siamo accorti quando una ragazza si è sentita male. Inoltre, i bagni sono un problema: ce ne sono solo tre per la sezione femminile, ma uno è rotto e l’altro non scarica bene. Siamo costretti a usare secchi per far defluire l’acqua nello scarico”.
Infine, viene segnalato che all’interno della struttura non c’è campo, il che impedisce agli studenti di comunicare con l’esterno durante le pause. Esiste una rete Wi-Fi, ma non accessibile dai loro dispositivi personali.
“Ci troviamo con le mani legate perché non sappiamo a chi rivolgerci. – continua Amira – Ci siamo già rivolti alle forze dell’ordine, al provveditorato, alla preside, alla provincia, ma non veniamo ascoltati.”
Ci auguriamo che la situazione possa risolversi nel più breve tempo possibile. Certamente, va riconosciuto che le condizioni siano migliorate rispetto al passato, ma non si può considerare il problema completamente archiviato. È necessario intervenire ancora, per garantire agli studenti il minimo: un ambiente scolastico consono e dignitoso.