Si terrà il prossimo 15 giugno l’udienza per le repliche dell’accusa e, probabilmente, per la lettura della sentenza a conclusione del processo per la strage del 12 luglio 2016 quando, sulla tratta ferroviaria a binario unico Andria-Corato, persero la vita 23 passeggeri (tra i quali il barlettano Michele Corsini) nello scontro tra due treni.
Nell’udienza di ieri, 31 maggio, a Trani i difensori della società di trasporti Ferrotramviaria, Michele Laforgia e Tullio Bertolino, hanno respinto le accuse. Per i difensori, i vertici societari non hanno commesso i reati contestati dal pm Marcello Catalano (a vario titolo disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso), che per loro ha chiesto fino a 12 anni di reclusione e per la società una sanzione di oltre un milione di euro e la confisca di 644 mila euro, somma rienuta il profitto derivante dal risparmio di spesa per mettere in sicurezza la linea, nonché la revoca di autorizzazioni, licenze e concessioni per l’esercizio dell’attività della durata di un anno. Gli avvocati sostengono invece che non vi sia stata “violazione delle norme sulla tutela e sicurezza nel lavoro”.
“La società – hanno precisato i legali – aveva ottenuto prima dell’incidente una certificazione europea Ohsas 18001 che garantiva l’efficienza di tutta l’organizzazione aziendale”. Per cui, “ricorrono tutti i requisiti per ritenere che la società non possa essere punita per il reato commesso da altri”. Nel processo sono in totale 18 gli imputati: 17 persone fisiche e appunto la società Ferrotramviaria.