Il direttore generale della Asl Bt, Tiziana Di Matteo, e il direttore sanitario, Sandro Scelzi, sono stati ascoltati giovedì 25 gennaio come persone informate dei fatti nell’ambito dell’inchiesta per concussione e peculato nei confronti del dottor Francesco Nemore, responsabile dell’Unità di Radiologia del Pta di Trani, e della sua infermiera Cosima Abbattista, finiti agli arresti domiciliari.
La Procura di Trani accusa entrambi di aver preteso e incassato denaro per accorciare i tempi delle liste di attesa per esami diagnostici: il “tariffario” sarebbe stato di 50 euro per gli accertamenti più semplici, 100 euro per Tac e risonanze magnetiche. Secondo la ricostruzione della Procura, il sistema funzionava così: i pazienti si rivolgevano prima regolarmente al Cup, pagando – se non esenti – il ticket di 36 euro; poi venivano invitati a contattare direttamente il dottor Nemore che, se riteneva urgente il caso, poteva anticipare laa data dell’esame a fronte di un pagamento in contanti.
Questo sistema sarebbe emerso a seguito della denuncia di un poliziotto di Andria, che si è presentato al Cup come un comune cittadino, richiedendo una radiografia. Avviata l’inchiesta, i casi al momento contestati dalla Procura sono circa trenta.
Il dottor Nemore ha presentato le dimissioni e dal 1° febbraio sarà in pensione dalla Asl Bat. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, sia lui che l’infermiera si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nel fascicolo dell’inchiesta ci sarebbe anche un terzo indagato, un dipendente del Cup che gestiva le prenotazioni, nei confronti del quale non è stata emessa alcuna misura.