Il sindaco convoca per il giorno 31 marzo alle ore 10.30 presso il Comando della Polizia Locale le associazioni cittadine e le istituzioni scolastiche per discutere delle “Strategie Urbane Territoriali finalizzate al miglioramento della qualità della vita”. Bello, no? Peccato che, come in un pessimo spettacolo teatrale, il protagonista abbia deciso di non presentarsi all’appuntamento. Motivazione? Impegni sopraggiunti. Un grande classico dell’amministrazione locale. Così, al suo posto, abbiamo trovato l’assessore alle Attività Produttive Giuseppe Dileo e il dirigente del settore Lavori Pubblici Ernesto Bernardini a condurre l’incontro.
Ma la vera perla arriva quando si scopre il vero motivo di questa convocazione: non una discussione seria e aperta su come migliorare Barletta, bensì un semplice passaggio burocratico per “mettere la firma” su un cosiddetto “percorso partecipato”. In parole povere, la città partecipa ad un bando regionale sulla rigenerazione urbana che scade il 22 aprile, e serviva giusto qualche spettatore per far finta di condividere le scelte con la comunità.
La distanza tra quanto scritto sulla lettera d’invito e la realtà dell’incontro non potrebbe essere più evidente: ci aspettavamo una vera discussione su strategie urbane e qualità della vita, ma ci siamo trovati davanti a un’urgenza amministrativa da sbrigare, con i cittadini che hanno sottratto del tempo alle proprie occupazioni, relegati al ruolo di semplici comparse. Un’ennesima prova dello scollamento tra amministrazione e realtà vissuta, dove la partecipazione è solo un’etichetta di facciata.
La sensazione, tra le associazioni e le istituzioni scolastiche presenti, è stata un mix tra smarrimento e incredulità: siamo stati convocati non per discutere, proporre o incidere sulle decisioni, ma per fare da cornice a un quadro già dipinto. Una figurazione d’ufficio, una comparsata istituzionale, utile solo a riempire un verbale. Un sentimento diffuso tra tutti i presenti, che non fa altro che allontanare ancor di più la comunità dalle istituzioni e dalla politica, scavando un solco sempre più profondo tra chi amministra e chi vive quotidianamente la città.
Il Comitato di Zona 167 non ci sta. Non siamo burattini da tirare fuori dal cassetto quando serve, né vogliamo essere considerati un inutile orpello per giustificare pratiche già decise a porte chiuse. Se l’amministrazione intende davvero costruire strategie per migliorare la qualità della vita, allora lo faccia coinvolgendo i cittadini in modo vero, serio e possibilmente con la partecipazione del mittente, ovvero il Primo Cittadino e non con una messinscena mal recitata. Aspettiamo risposte, ma questa volta, per favore, senza improvvisazioni dell’ultimo minuto.
Comitato di Quartiere Zona 167 (Giuseppe Di Bari e Raffaele Patella)