Il Tribunale del Riesame di Trani deciderà in merito al ricorso presentato dal legale dei tre indagati per chiedere il dissequestro del Suara Beach Club, lido in località Ariscianne a Barletta a cui la Guardia di Finanza ha apposto i sigilli il 26 luglio scorso, poche settimane dopo la sua inaugurazione.
La chiusura dell’attività è stata disposta dal pubblico ministero Francesco Aiello, il quale nel decreto di sequestro sostiene che le opere siano state realizzate su suoli agricoli, quindi in violazione di quanto previsto dagli strumenti urbanistici e in assenza dei relativi permessi di costruire.
Tesi respinta dal legale delle tre persone indagate, l’avvocato Antonio La Scala, che ha provveduto a depositare in Procura una perizia del proprio consulente di parte, l’architetto Angelo Dibenedetto, contenente conclusioni opposte rispetto a quelle del consulente tecnico del pm, l’ingegnere Michele Colella.
Per la Procura, infatti, “lo spianamento dei suoli con riporto di ghiaia” e la realizzazione di “cinque aree con annessi impianti (parcheggio, sport, solarium, ristorazione ed eventi)” sarebbero avvenuti “in assenza di permesso a costruire poiché sono da intendersi come intervento di nuova costruzione, che comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato”; mentre la società aveva presentato istanza per “l’installazione di opere stagionali contingenti e temporanee”, con rimozione entro un termine non superiore ai 120 giorni.
Di contro, il consulente di parte sostiene invece si tratti di opere che “non comportano un’alterazione del fondo”, “non soggette a permesso di costruire, non comportando particolari trasformazioni di tipo urbanistico”.
A fine maggio scorso, anche il Coordinamento Ripartiamo da Ariscianne aveva scritto alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia e alla Commissione Locale per il Paesaggio di Barletta, Andria, Trani, chiedendo chiarimenti in merito ai lavori che interessavano l’area di circa 20 mila metri quadri, in una zona “con forte vocazione naturalistica, sulla quale, ricordiamo, è in itinere l’istituzione di un Ecomuseo sovracomunale”.