Volge al termine la X edizione di “Azioni in danza”, la rassegna di Teatrodanza del Comune di Barletta, realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese con il coordinamento generale di Stefano D’Onofrio.
L’ultimo weekend vede in scena, sempre nella chiesa di Sant’Antonio a Barletta, il 12 maggio alle 21.00 “WANNABE”, una collaborazione tra la danzatrice Fabritia D’Intino e il musicista Federico Scettri stimolata dalla riflessione sul rapporto tra danza e musica nella cultura contemporanea. I riferimenti si sono così concentrati sull’immaginario della cultura pop, della televisione, dei videoclip e dei club. Un universo fatto di schemi ripetitivi che ha la capacità di sedurre, attrarre e influenzare lo sguardo dello spettatore e in cui il corpo femminile è rappresentato in forma prevalentemente iper-sessualizzata. Costantemente esposto a modelli forzati, esagerati e artificiali, chi osserva viene dunque spinto verso la riproduzione e l’esaltazione della finzione, puntando ad un virtuosismo e ad un iper-performatività quasi pornografica.
A seguire, alle 21.45, “ASCENT” del coreografo Mauro Astolfi con Mario Laterza e Giuliana Mele. Ascent è il simbolo di un concetto di distruzione creativa, un processo di mutazione continua che rivoluziona incessantemente la struttura di un rapporto, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre un modo nuovo di vedere l’altro. Un’azione circolare, libera da schemi stabiliti, che trova l’unica soluzione possibile in un pensiero divergente per evitare che la fine di una relazione non debba essere in automatico l’inizio di un’altra.
Il 13 maggio alle 21.00 la Compagnia francese C.ie MF presenta CA IRA di Maxime Freixas e Francesco Colaleo e con Pieradolfo Ciulli, « Ça ira » (dal francese, « questo andrà ») è una pièce coreografica ibrida dai toni burleschi e umoristici, tra danza contemporanea, canto e teatro fisico che interroga il verbo di movimento « andare » piuttosto che il significato retorico dell’incoraggiamento francese. Dove? Quando? Come? La logica della costruzione coreografica segue quello che, in termini filosofici, potrebbe essere definito come un eterno ritorno dello stesso, un perpetuo inizio, un’apertura senza fine.