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Trani, due spettacoli teatrali nel Palazzo delle Arti “Beltrani”

Il primo spettacolo il 25 luglio con l’attore e regista salentino Ippolito Chiarello che porta in scena “Oggi sposi”

L’estate di Trani si arricchisce con due appuntamenti dedicati al teatro il 25 luglio e il 29 agosto nella Corte Davide Santorsola del Palazzo delle Arti “Beltrani. S’inizia il 25 luglio, ore 21, con l’attore e regista salentino Ippolito Chiarello che porta in scena “Oggi sposi”, per la regia di Maria Cassi con Luigi Bubbico al pianoforte.

Uno spettacolo che ha 20 anni, ma che ancora oggi continua a mietere successi e consensi tra pubblico e critica. un lavoro che scava nell’ambito del comico e del grottesco con i modi dell’avanspettacolo e del varietà, contaminati dai sistemi dettati dall’esperienza teatrale nell’ambito della ricerca. Attraverso la musica, la letteratura, l’improvvisazione e le massime della saggezza popolare l’attore racconta il matrimonio e l’amore in una sorta di cerimonia collettiva.

Il 29 agosto, sempre alle ore 21, va in scena “A me m’ha rovinato la guera” con Arianna Gambaccini, Michele Cipriani, testo e regia Arianna Gambaccini. Le avventure di un attore che tenta di arrivare sul palcoscenico e realizzare il sogno di una vita intera: incontrare un noto Impresario Teatrale per conoscerlo e convincerlo a farsi scritturare. Un omaggio al mondo dell’avanspettacolo, “che ha saputo trasformare la sofferenza e la fame in una risata collettiva, popolare e liberatoria”, spiega Cipriani.

“Ad una programmazione turistica e culturale già ricca, aggiungiamo due importanti appuntamenti teatrali del Teatro Pubblico Pugliese. Questi eventi rappresentano un’opportunità unica per godere di spettacoli di alta qualità ed a prezzi decisamente contenuti, quindi accessibili a un pubblico ampio e variegato. Crediamo fermamente che la cultura debba essere un bene comune e il nostro impegno è rivolto a garantire che ogni cittadino possa avere l’opportunità di arricchirsi attraverso l’arte.  Ringraziamo il Teatro Pubblico Pugliese per la collaborazione e per il loro costante impegno nel promuovere la cultura nella nostra città e nella nostra regione”, dichiara Lucia de Mari assessore alle Culture del Comune di Trani.

 Biglietti a partire da 5 euro disponibili al botteghino di Palazzo delle Arti Beltrani ogni giorno dalle 16.00 alle 20.00. I biglietti saranno in vendita anche online su vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket

Per info tel 0883/500044

Inizio spettacolo ore 21.00 – porta ore 20.30

Schede spettacoli

25 luglio 2024 – ore 21

Nasca Teatri di Terra

Ippolito Chiarello

OGGI SPOSI

uno spettacolo di IPPOLITO CHIARELLO

al pianoforte Luigi Bubbico

allestimento drammaturgico Silvia Ricciardelli

luci e suoni Marco Oliani

regia Maria Cassi

Lo spettacolo compie 20 anni. OGGI SPOSI debutta il 15 dicembre 2002 e ancora oggi continua a mietere successi e consensi tra pubblico e critica. Centinaia di repliche e migliaia di persone che lo hanno visto e continuano a ritornare e a rivederlo. Uno spettacolo “leggero”, come si dice nel gergo, un lavoro che scava nell’ambito del comico e del grottesco con i modi dell’avanspettacolo e del varietà, contaminati dai sistemi dettati dall’esperienza teatrale nell’ambito della ricerca. E’ un alternarsi ubriacante di sollecitazioni al riso e all’emozione, secondo i canoni del teatro comico musicale. Attraverso la musica, la letteratura, l’improvvisazione e le massime della saggezza popolare l’attore racconta il matrimonio e l’amore in una sorta di cerimonia collettiva.

Il giorno più bello della vita di una coppia viene narrato con le canzoni di Daniele Silvestri, Fred Buscaglione, Totò, Mina e con l’espiazione canora a base di Eros Ramazzotti e Umberto Tozzi (per citare i più famosi). Da Ti Amo al Dante di Paolo e Francesca il passo è breve. Il tremendo peccato del bacio più famoso della letteratura italiana è recitato tra una risata e l’altra. Fanno compagnia al sommo i testi di Alessandro Manzoni e Giovanni Verga, Francesco D’Assisi e Gabriele D’Annunzio, Dino Campana e Fernando Pessoa.

E ancora le deliranti posizioni dell’Amore dura tre anni del francese Frédéric Beigbeder.

Chiarello ci mette del suo con racconti della sua stessa vita, con gli amori finiti e quelli mai iniziati. L’eterno dilemma: matrimonio si, matrimonio no, e l’amore in tutto questo cosa c’entra? Un po’ rito, un po’ sfogo. Lo sfogo di un uomo che “memore”… disserta a voce alta sul matrimonio e l’amore. Pescando a piene mani nel repertorio letterario e musicale antico e contemporaneo, l’attore, tra il serio e il comico, attraversa “pericolosamente” i meandri del “rapporto di coppia”. Del matrimonio vengono riproposti anche i preparativi, con la lista delle cose da fare, e i regali, con una esilarante lista nozze dove vasi kitsch trovano spazio tra televisioni ingombranti e il cd delle Vibrazioni. Lo spettacolo gioca su due registri: la comicità spinta in forma di raffinato varietà dettata da un pianista distratto e poesia alta.

29 agosto 2024 – ore 21

CiprianiGambaccini / Coop. Crest / Associazione Culturale Malalingua

A ME M’HA ROVINATO LA GUERA

con Arianna Gambaccini, Michele Cipriani

testo e regia Arianna Gambaccini

consulenza musicale Associazione Musicale Diapason, Raffaella Ronchi Matilde Sabato

suoni e basi Matilde Sabato Leonardo Vita

coreografie Annarita De Michele

luci Claudio De Robertis

costumi Rosa Lorusso

Nel retro di un piccolo teatro di provincia, in una giornata (in cui il silenzio nervoso denuncia una breve quiete dai possibili bombardamenti durante la seconda guerra mondiale) si svolge la lotta di un uomo che tenta di arrivare sul palcoscenico e realizzare il sogno di una vita intera: incontrare un noto Impresario Teatrale per conoscerlo e convincerlo a farsi scritturare. Il tempo è poco e l’urgenza è tanta: l’Impresario pare essersi rifugiato in quel teatro per visionare una sua pellicola in uscita e solo l’uomo, al corrente della Sua presenza, è riuscito a raggiungerlo. Ma una donna, tutto fare del teatro, sembra ben decisa ad impedirglielo. Quanti modi ha un angelo per conquistare le ali? Quanto spazio ha la nostra anima per accettare il fallimento? Cosa è veramente un fallimento? Questo è quello che si racconta in scena, ma questa storia parte da molto più lontano.

“Mi chiamo Michele Cipriani, come mio nonno. Qualcuno dice che nel nostro nome c’è il nostro destino, non so se è vero. Quel che so è che ci sono tre cose che mi legano al mio progenitore: la professione, il nome (anche se lui in scena si faceva chiamare “Mario Ceprani”) e in qualche modo la guerra. Mio nonno è stato un valente attore di avanspettacolo fra gli anni 30 e 40 del secolo scorso. Scritturato dalla Compagnia di Rivista del Capocomico Arturo Vetrani, in cui si trovò a condividere il palco con i fratelli Maggio, Pietro de Vico… Cominciava a farsi un nome quando nel 1940 l’Italia entrò in guerra. Trasferitosi prima del conflitto a Taranto, fu convinto dal Maresciallo dei Vigili del Fuoco della città ad arruolarsi nei Pompieri.Non so quanto fosse consapevole in quel momento che la sua carriera si sarebbe interrotta lì, ma finita la guerra, con cinque figli ed una moglie stanca di seguirlo per tutta l’Italia, decise di rimanere definitivamente nei Vigili del Fuoco. La sua carriera si chiuse, con uno spettacolo interrotto per i bombardamenti. Fu messo in “quarantena” come è accaduto a tutti, nel 2020: abbiamo in comune la sospensione in cui si sono ritrovate le nostre vite. Nel nostro mestiere siamo abituati a combattere per sopravvivere alla penuria di lavoro. Ma un bombardamento, che venga dall’alto o da una piccola particella nel nostro respiro, come lo combatti? Cosa può l’arte contro qualcosa di immensamente grande o di immensamente piccolo che si abbatte su di noi? Dove finisce la bellezza quando l’arte è in quarantena, quando i teatri sono chiusi? Al di là delle condizioni materiali, di cosa può nutrirsi un attore quando le contingenze della vita gli tolgono quello di cui ha più bisogno: il pubblico? Chi sono io senza te che mi guardi? Chi siamo noi tutti senza gli altri? Qual è la guerra che ci rovina davvero: quella fuori o quella dentro di noi?”

A me m’ha rovinato la guera è il racconto delle vite parallele degli artisti di ieri e di oggi. E’ il racconto di due anime alle prese con due guerre diverse accomunate dallo stesso “trauma”: il vuoto e il “fallimento” (o quello che credono essere tale). E’ l’omaggio ad un mondo, quello dell’avanspettacolo, che ha saputo trasformare la sofferenza e la fame in una risata collettiva, popolare e liberatoria. E’ un racconto che parla della fame dell’attore, del colera da palco e dell’universale bisogno degli altri. Passando per macchiette, sketch, e canzoni d’autore, A me m’ha rovinato la guera è la dimostrazione che i propri sogni occorre realizzarli senza mai diventarne schiavi, e che il potere della bellezza è qualcosa che va al di là, anche della morte.

 

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