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Vasco e il “San Nicola”, un sogno che si ripete

Ieri, 29 giugno quasi 50mila fan hanno infiammato il San Nicola, oggi l'ultima tappa del tour

Dopo i 7 sold out di San Siro dal 7 al 20 giugno, superando il suo stesso record del 2018 di 6 date, il popolo di Vasco in questo 2024 si è spostato a Bari per il poker di date, anch’esse sold out.

Nella serata di ieri, 29 giugno quasi 50mila fan hanno infiammato lo stadio San Nicola nella terza data barese, lasciandosi travolgere da una montagna russa di emozioni che in due ore di spettacolo hanno sconvolto i cuori e le menti di tutta la carovana del KOMandante che riesce, ancora e sempre, a far piangere di gioia e ridere, a donare brividi e “sensazioni forti”.

Come affermato dal presidente Giordano Bruno Guerri nel conferire a Vasco il XV Premio del Vittoriale (17 aprile scorso), dove si legge: “al Komandante che ha sempre avuto il coraggio di osare e sfidare il tempo, restando fedele a sé stesso… Che ha costruito un genere, quello del rock italiano, adattando metrica, linguaggio e temi, e rompendo ogni schema. Che è capace di mantenere intatta la passione e di incantare generazioni.”

Un concentrato di passione che, appunto, di generazione in generazione riesce a leggere gli stati d’animo di una folla oceanica che nelle parole del rocker di Zocca sente appartenenza e comprensione, la sensazione magica di trovare pezzi di sé; tutti diversi, ma tutti simili e vicini. Canzoni che parlano a noi e di noi, delle nostre vite, delle nostre paure e dei nostri desideri.

Lo spettacolo nello spettacolo, ad un concerto di Vasco è guardarsi intorno e riconoscersi negli sguardi di chi ti sta accanto; concerti in cui è la norma trovare persone della vecchia guardia, più avanti con l’età, cresciute con la sua musica, fino ai bambini accompagnati da genitori che desiderano far sentire a quei piccoli cuori, la bellezza e la magia di un’unione che solo il riconoscersi in amore comune può donare.

Anche in questo concerto la scaletta non delude, pensata per rappresentare un momento duro come quello che viviamo, il Kom l’ha definita: Un nuovo inizio”, quella di quest’anno è una “social set list. “Un po’ più incazzata, più dura perché questo è un periodo molto complicato e molto difficile. Siamo tutti preoccupati. Speriamo vada bene”.

Se i tempi sono duri, anche “lo show sarà duro e puro, senza sconti per nessuno. Senza sfumature di grigio. Solo bianco e nero”.

Con una partenza straordinaria, lo schiaffo dei primi tre brani, scritti in periodi diversi, ma caratterizzati dalla stessa ironia feroce: “Blasco Rossi”, “Asilo republic” e “Gli spari sopra”.

Testi dallo stretto rapporto con il presente: la prima contro il pregiudizio che genera odio per il diverso, e il mondo della comunicazione. Contro il potere, la seconda, che risolve i problemi con manganelli e limitazione della libertà e la terza, una dedica a tutti i farabutti che governano questo mondo.

24 pezzi + un medley di 7: più di due ore e mezza che volano via tra canzoni iconiche e ultimi successi. Il potere di affrontare tematiche forti attraverso “l’altra metà del cielo”; dalla splendida Jenny e lo stigma della salute mentale, fino alla solitudine malinconica di Sally. Si cambia e si cresce nella vita, si diventa ciò che si vuole grazie a “Gli sbagli che fai” (nuova canzone, la colonna sonora della serie di Netflix “Il Supervissuto”).

La set list 2024 è una delle più sorprendenti e inaspettate degli anni recenti. Un concerto “duro e puro”, che esplora “gli estremi” della poetica e del sound Vasco: da un lato, le canzoni più rock, con i testi legati al sociale (che riscoperta “Basta poco”), perfetta fotografia del presente che stiamo vivendo; dall’altro le ballate, struggenti e senza tempo, alcune delle quali non eseguite da molti anni: “Quanti anni hai”, fu l’apertura del primo Imola, ’98. Tornano in veste rock “Vivere senza te” (da “Liberi liberi”) e l’ironica “Come stai” (“Buoni o cattivi”).

Dagli anni ’80 spunta “Bollicine”, la coca-cola non sembra essere passata di moda ancora con le sue bollicine… e la pubblicità è sempre ingannevole. Spazio ai fiati, “Domenica lunatica” e fine primo tempo.

Mentre ci si sfoga in un grido di rabbia, l’onda rock cresce a un ritmo senza tregua, i battiti del cuore accelerano in immancabili momenti di divertimento (“Rewind”) ed ecco che Vasco “ti strappa il cuore dal petto”, per le emozioni più profonde e intense. “Un gran bel film” apre il secondo tempo e lo è davvero la successione di canzoni, da “C’è chi dice no”, “Gli Angeli”, “La fine del millennio”. Il Medley: una parentesi di venti minuti, dedicata alle donne, l’altra metà del cielo. Ma sono brividi per tutti con le più inattese e per questo sorprendenti: “La Strega”, “Cosa vuoi da me”, ”Vuoi star ferma”, “Tu vuoi da me qualcosa”, “Occhi blu”, “Incredibile romantica”, “Ridere di te”.

Un gran bel viaggio negli album: “Non siamo mica gli americani”, “C’è chi dice no”, ”Gli spari sopra”, “Buoni o Cattivi” e “Stupido Hotel”. A chiudere: “Il mondo che vorrei”: ”siamo ancora quelli delle grandi illusioni, siamo consapevoli di non aver cambiato il mondo ma almeno abbiamo cambiato noi stessi. Siamo musicisti, non cambiamo il mondo, al massimo lo raccontiamo”.

Potrebbe bastare fino a qui, e invece si vola di nuovo sulle ali dell’emozione con “Dillo alla luna”. Un sogno l’introduzione, la magia del multiscreen che tramuta il luccichio in un cielo, con le costellazioni, dei paesaggi fantascientifici e la luna, da cui escono le parole delle canzoni. Immersivo, con avvolgente effetto 3D.

Finale esplosivo con “Se ti potessi dire”, “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” e “Canzone”.

Fuochi d’artificio e coriandoli che piovono dal cielo per “Albachiara”. “Ho provato una volta a non farla… non se ne andava via nessuno”.

In queste ore, nonostante il sole cocente sono già tantissimi i fan in attesa dell’ultimo grandioso spettacolo che concluderà questo tour dei record del 2024. Sono già pronte le date del 2025, perché come dice Vasco è uno spettacolo che non avrà mai fine, mentre al suo popolo grida: “ce la farete tutti”.

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